Domenica 6 agosto la perturbazione n.2 del mese si era allontanata verso i Balcani, mentre la n.3 stava lambendo il Nord Italia con temporali intensi sul settore nord orientale e le ormai consuete grandinate devastanti.
Tra piogge, trombe d’aria, downburst, mareggiate e incendi (dolosi, ma aggravati dalle condizioni meteo-climatiche) è difficile reagire positivamente all’estremizzazione climatica in corso. Ma si dice che “l’azione lega l’ansia”, dunque è bene concentrarsi sulle soluzioni, per rispondere a una crisi che necessita di repentine decisioni in termini di adattamento e mitigazione.
A proposito di mitigazione e a proposito di quella strategia energetica di cui tutti avremmo bisogno per ridurre le emissioni di gas climalteranti a zero, per avere un’idea chiara delle potenzialità rinnovabili che abbiamo sul territorio italiano può essere utile monitorare i dati di produzione di energia.
Domenica 6 agosto il cielo era sereno quasi ovunque, ma il vento di Maestrale ancora soffiava forte. Condizioni atmosferiche ideali per la produzione di energia da eolico e fotovoltaico. Essendo un giorno festivo, poi, anche noi abbiamo registrato un fabbisogno più basso, con produzioni industriale ridotta e forse uno scarso utilizzo dei condizionatori grazie alle temperature relativamente fresche per il periodo.
Fatte queste premesse possiamo lasciare un po’ di spazio all’entusiasmo e andare a consultare i dati Terna presenti sul loro sito: il 6 agosto 2023 alle 13.00 più dell’80% dell’energia elettrica nazionale è stata generata da fonti rinnovabili.
Più nel dettaglio, alle 13.00 il fotovoltaico ha vinto con un 41%, mentre l’eolico si è guadagnato un secondo posto con 17%, superando la produzione “thermal”, ovvero quella relativa alle centrali termo-elettriche, che bruciano combustibili fossili.
Dati che ci ricordano quanto una strategia energetica ragionata e ambiziosa, basata sull’efficienza energetica e sulle nostre potenzialità rinnovabili, differenziate regione per regione in base alle diverse caratteristiche territoriali e di fonte, verso un decentramento di produzione costituito anche da comunità energetiche capaci di massimizzare il proprio autoconsumo, sia la strada da seguire. Senza perdere altro tempo.
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