L’Amazzonia è dilaniata da una siccità storica che sta mettendo a dura prova la vita di interi villaggi nonché l’ecosistema della foresta pluviale. L’assenza di piogge, che secondo le stime potrebbe proseguire fino a dicembre, non fa che rendere più frequenti e intensi anche gli incendi boschivi, soprattutto sui terreni degradati: nel mese di giugno il numero dei roghi ha raggiunto il livello più alto dal 2007. Un altro triste record si è verificato negli ultimi giorni: il livello dell’acqua del porto di Manaus ha raggiunto la soglia più bassa degli ultimi 121 anni.
Amazzonia soffocata da una siccità senza precedenti: mezzo milione di persone a rischio in Brasile |
Nella giornata di lunedì il porto di Manaus, la città più popolosa della regione situata alla confluenza del Rio Negro con il Rio delle Amazzoni, ha registrato un livello dell’acqua di 13,59 metri: si tratta della soglia più bassa da quando sono iniziate le registrazioni nel 1902, superando un precedente minimo storico stabilito nel 2010.
Questa drammatica situazione si ripercuote naturalmente sulle forniture di cibo e acqua ai villaggi più remoti dato che le barche sono rimaste incagliate e quindi impossibilitate a consegnare i viveri. Secondo il centro di allerta per disastri del governo brasiliano Cemaden, alcune aree dell’Amazzonia hanno visto i livelli di pioggia più bassi da luglio a settembre dal 1980. Secondo la protezione civile dello stato di Amazonas, dove si trova Manaus, finora la siccità ha interessato 481.000 persone. Non solo il mancato accesso al cibo e all’acqua potabile ma anche ai medicinali, che solitamente vengono appunto consegnati via fiume.
Non solo la storica siccità ma anche la tremenda ondata di caldo in corso in Sud America sta mettendo a dura prova l’ecosistema dell’Amazzonia. Almeno 120 delfini amazzonici, specie minacciata e tra i pochi delfini d’acqua dolce trovati nel mondo (alcuni sono di colore rosa), sono morti a causa delle elevate temperature.
Secondo gli esperti, infatti, la causa principale risiede nella temperatura dell’acqua del Lago Tefé che a fine settembre ha raggiunto i 39°C. Sono morti anche tanti altri pesci. Intanto, i popoli indigeni dell’Amazzonia hanno chiesto al governo brasiliano di dichiarare lo stato di emergenza climatica per affrontare urgentemente la vulnerabilità a cui sono esposti.
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