L’estate meteorologica 2019 che comprende i mesi di giugno, luglio e agosto, è stata per l’Europa la quarta più calda dal 1979. Lo confermano le analisi della temperatura superficiale di oceani e terre emerse di Copernicus Ecmwf. Il mese di giugno più caldo della serie storica (segnato dall’impressionante anomalia di +2.34°C) è stato seguito da un luglio prossimo alla norma (+0,1°C) e da un mese di agosto sopra media: l’estate europea si chiude quindi con una anomalia di 1.1°C sopra la media 1981-2010.
Il mese di agosto è stato più caldo di quasi 1 grado (0,9°C) rispetto alla media calcolata tra il 1981 e il 2010. Le anomalie più ampie si sono registrate nel sud-est del continente. Le uniche zone “più fresche” rispetto alla media sono state il Portogallo e la Russia europea.
Gran parte dei continenti hanno vissuto un trimestre giugno-luglio-agosto più caldo del normale: è stata un’estate calda non solo in Europa ma anche nelle zone occidentali dell’Alaska, in quelle più settentrionali del Canada, in Groenlandia e nella Siberia centro-settentrionale, interessata da devastanti incendi. E’ stato, invece, un inverno particolarmente mite nelle zone meridionali dell’Africa, nel Sud America e soprattutto lungo la penisola antartica. Temperature sotto media solo in parti del Canada e in altre zone del continente antartico.
Agosto 2019, in particolare, è stato complessivamente 0.53°C più caldo della media: si tratta del secondo agosto più caldo, solo 0,04°C più “fresco” dell’agosto 2016. Praticamente sulla stessa linea di Luglio 2019, il secondo più caldo dopo quello del 2016 con una anomalia di 0.56°C. Giugno 2019, invece, è salito sul primo gradino del podio dei mesi più caldi, sorpassando il giugno del 2016 di 0.11°C, spinto dalle anomalie registrate soprattutto in Europa.
Se allarghiamo lo sguardo agli ultimi 12 mesi, tra il settembre 2018 e l’agosto 2019 sono poche le zone della Terra ad aver mantenuto temperature sotto media. In particolare è stato un anno più fresco del normale nelle aree centro-settentrionali degli Usa e centro-orientali del Canada, tra India settentrionale, Nepal e Tibet, e le zone dell’Antartide rivolte verso l’Africa. Altrove, invece, gli ultimi 12 mesi sono stati mediamente più caldi: le anomalie più evidenti oltre il Circolo polare artico, in Alaska e Siberia.
Questi i primi dati disponibili in attesa del rapporto della NOAA, che offrirà una visione più ampia sulle anomalie del trimestre estivo a livello globale rispetto ai dati raccolti negli ultimi 139 anni.
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