In materia di clima si è consumata una sentenza storica: la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo, ha condannato la Svizzera per non aver adottato misure adeguate contro la crisi climatica. Nel merito, la Corte si è pronunciata a favore di un gruppo di donne svizzere anziane che affermano come le politiche deboli le espongano a un rischio maggiore di morte a causa delle ondate di caldo.
Nello specifico, nel caso “Anziane per il clima”, la Corte EDU ha condannato la Svizzera per aver violato l’art. 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l’art. 6 (Diritto a un equo processo) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte EDU ha interpretato l’articolo 8 specificando che ricomprende il diritto ad una protezione effettiva da parte degli Stati contro i gravi effetti della crisi climatica sulla salute e la vita dei cittadini.
La Corte ha rilevato che la Confederazione Svizzera non sia stata in grado di adempiere ai propri doveri, né quantificando il limite nazionale delle emissioni di gas serra né tantomeno raggiungendo gli obiettivi di riduzione delle emissioni prefissati in precedenza. La Corte, di conseguenza, ha ritenuto che le autorità svizzere non abbiano agito in tempo e in modo appropriato per concepire, sviluppare e attuare le leggi e le misure opportune nel caso di specie, violando dunque i diritti umani.
Per quanto riguarda l’articolo 6 (Diritto a un equo processo), la Corte EDU ha condannato la Svizzera per non aver fornito, attraverso i suoi tribunali, ragioni convincenti in relazione al mancato esame del ricorso dell’associazione, né preso in considerazione le convincenti prove scientifiche relative al cambiamento climatico.
Come sottolinea il WWF Italia, questa sentenza storica segna un importante spartiacque nel contenzioso climatico in Europa. Si apre una nuova fase che presto potrebbe coinvolgere anche l’Italia poiché tutte le norme interne in materia climatica devono rispettare i diritti e i principi garantiti dalla Corte EDU mentre la Corte costituzionale è tenuta a pronunciarsi sul rispetto di tali principi, la cui violazione è appunto incostituzionale.
La sentenza potrebbe anche fare da motore trainante per l’adozione di una legge sul clima che definisca gli obiettivi climatici, le percentuali vincolanti di riduzione delle emissioni di gas effetto serra, nonché i budget di carbonio settoriali derivanti dagli obiettivi di riduzione delle emissioni. Una legge che il WWF e altre associazioni ambientaliste chiedono da tempo, avanzando anche proposte concrete, raccolte dall’Intergruppo dei Parlamentari per il Clima. Proprio in questi giorni è cominciato l’iter al Senato, chiosa il WWF.
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