Siccità: nello Zimbabwe dichiarato lo stato di disastro nazionale

Il Presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha dichiarato lo stato di calamità nazionale per affrontare la crisi dovuta alla siccità che dura ormai da diversi mesi, una delle peggiori degli ultimi 30 anni. Il Paese ha bisogno di 2 miliardi di dollari per affrontare la fame causata dalla scarsità di precipitazioni che ha spazzato via circa la metà del raccolto di mais. La carenza di grano ha fatto salire i prezzi dei generi alimentari e si stima che 2,7 milioni di persone dovranno affrontare la fame. Anche i Paesi vicini come Zambia e Malawi hanno recentemente dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità.

La FAO ha dichiarato che 13,6 milioni di persone stanno attualmente vivendo un livello di crisi di insicurezza alimentare nella regione. “La nostra priorità è assicurare cibo a tutti i cittadini dello Zimbabwe. Nessun cittadino dello Zimbabwe deve soccombere o morire di fame”, ha dichiarato Mnangagwa ai giornalisti.
Lo Zimbabwe è già alle prese con un’inflazione elevata causata dai prezzi dei generi alimentari e sta cercando scorte di mais sul mercato internazionale.

La mancanza di piogge, causata da El Nino, ha influito anche sulla produzione di elettricità, dato che lo Zimbabwe si affida all’energia idroelettrica. Un tempo lo Zimbabwe era il granaio dell’Africa meridionale, ma negli ultimi anni ha sofferto di gravi siccità che hanno colpito i raccolti e il bestiame.

La peggiore siccità a memoria d’uomo si è verificata nel 1992, quando è morto un quarto del bestiame nazionale ma i periodi di siccità sono tornati con sempre maggiore frequenza. Lo stato di siccità è stata dichiarato nel 2016 e di nuovo nel 2019.