A giugno è stato registrato un misterioso picco di radioattività nel nord Europa. Coinvolte in particolare le scandinave Norvegia, Svezia e Finlandia, dove sono state segnalate tracce di isotopi radioattivi di origine artificiale: I-131, Cs-134, Cs-137, Co-60 e Ru-103.
Sono stati misurati valori molto bassi, che fortunatamente non comporterebbero rischi per la salute. Tuttavia è certo che qualcosa sia accaduto: è probabile che un problema in una centrale nucleare possa aver determinato un’impennata nella radioattività nell’Europa settentrionale, mentre sembra possibile escludere incidenti gravi come quello che l’anno scorso si è verificato nella base militare di Severodvinsk, in Russia.
Lassina Zerbo, segretario generale della CTBTO (Organizzazione globale del trattato sul divieto dei test nucleari), ha pubblicato una mappa che mostra come in diversi Paesi siano state registrate concentrazioni elevate di isotopi radioattivi: tra le nazioni coinvolte figurano anche la Lettonia, l’Estonia, e un settore della Russia nord-occidentale.
L’Arpa Lombardia ha fatto sapere che anche nella regione italiana sono stati svolti controlli sulla radioattività artificiale in aria e che, dopo il picco registrato in Nord Europa, «non risulta al momento alcun valore anomalo». Secondo quanto riferito dall’Agenzia, in Scandinavia «la miscela di radionuclidi fa supporre che la causa possa essere collegata a un malfunzionamento in un impianto nucleare».
«Nonostante siano vigenti protocolli internazionali che vincolano tutti i Paesi a segnalare eventuali anomalie – specifica l’Arpa -, a oggi non ci sono informazioni certe circa l’origine dell’evento, che sembra comunque collocarsi nell’emisfero settentrionale, nel nord dell’Europa o dell’Asia».
La società russa Rosenergoatom, che gestisce e monitora le centrali nucleari, ha detto che non si è verificato alcun tipo di incidente, e che non sono state riscontrate anomalie negli impianti nucleari finlandesi e svedesi, né nelle centrali nucleari di Leningradskaya e Kolskaya. Anche dal Governo russo arrivano smentite: nelle centrali nucleari che si trovano nel nord-ovest del paese non si sarebbero registrate fughe radioattive.
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