L’inquinamento atmosferico incide sulla nostra salute mentale: arriva l’ennesima dimostrazione. Un nuovo studio condotto a Roma, infatti, ha esplorato il collegamento tra un maggiore inquinamento da particelle e condizioni come disturbi d’ansia e depressione rivelando come l’aria tossica incida sulla nostra mente.
Inquinamento in Europa: il 98% della popolazione respira aria tossica. Si salvano solo due Paesi |
La dottoressa Federica Nobile del dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale della regione Lazio ha spiegato che questa nuova ricerca su inquinamento atmosferico e salute mentale è stata condotta dopo una serie di analisi che hanno sì dimostrato una stretta correlazione, ma analizzando i dati di piccoli gruppi di persone, fattore che rende complicata la generalizzazione dei risultati. Questo nuovo studio è partito invece con i dati del censimento di oltre 1,7 milioni di adulti che vivevano a Roma nel 2011 confrontandoli con i dati dell’assicurazione medica e sanitaria pubblica.
Sono quindi state scansionate le cartelle cliniche per i successivi otto anni, alla ricerca di nuovi casi di disturbi mentali, comprese le persone ricoverate in ospedale o quelle alle quali venivano prescritti nuovi farmaci antipsicotici e antidepressivi. Questi dati sono stati poi messi a confronto con quelli relativi all’inquinamento dell’aria e acustico, presente appunto nei luoghi in cui queste persone vivevano, nonché con quelli legati ad altri fattori sociali che possono influire sulla salute mentale, come povertà, disoccupazione e stato civile.
Dunque, tutti questi dati hanno portato a stabilire che le persone residenti in aree con un maggior inquinamento atmosferico da piccole particelle ha maggior probabilità di sviluppare disturbi come schizofrenia, depressione e disturbi d’ansia. Il dato è inoltre rafforzato e confermato dalle prescrizioni mediche: gli adulti dai 30 ai 64 anni hanno mostrato la correlazione più marcata tra inquinamento atmosferico e disturbi mentali.
Dall’analisi è facile evincere come un miglioramento delle condizioni dell’aria nella Capitale d’Italia – attraverso per esempio la riduzione delle emissioni inquinanti e l’incremento della copertura arborea -, abbasserebbe drasticamente il rischio di malattie mentali: tagliare l’inquinamento atmosferico del 10% ridurrebbe questi comuni disturbi del 10-30%.
I benefici del vivere in zone alberate: la regola del 3-30-300 |
Cercare di rispettare gli obiettivi sull’inquinamento atmosferico proposti dalla Commissione Europea per il 2030 e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbe ulteriormente importante. Il dottor Ioannis Bakolis, del King’s College di Londra, sottolinea come “l’esposizione media annuale dei residenti a Roma al PM2,5 è più di tre volte superiore a quanto suggerito dall’OMS. Ridurre l’inquinamento atmosferico secondo le linee guida potrebbe non solo migliorare la salute del cervello, ma anche ridurre la domanda di servizi psichiatrici post-pandemia già sovraccarichi“.
Il buco dell'ozono, al di là della notizia positiva diffusa dalle Nazioni Unite nel gennaio…
La peggiore siccità degli ultimi 40 anni ha ridotto del 72% il raccolto di mais…
Si attenua l’emergenza siccità in Spagna ed in particolare in Catalogna. Le piogge delle ultime…
Il clima che cambia rappresenta già una sfida concreta e urgente per l'Europa e soprattutto…
Per la prima volta abbiamo superato il traguardo del 30% di elettricità da fonti rinnovabili…
Il mese di aprile 2024 è stato il più caldo a livello globale mai registrato,…