L’inquinamento sta raggiungendo valori eccezionalmente elevati tra India e il Bangladesh. Le concentrazioni di polveri sottili spesso raggiungono picchi estremamente alti in India: l’ultimo episodio è avvenuto il mese scorso, quando, a Nuova Delhi il PM10 ha raggiunto livelli 15 volte più elevati del limite massimo consentito per la salute umana.
Oggi a Calcutta, secondo i dati della rete del Central Pollution Control Board indiano, il PM10 ha raggiunto picchi orari di ben 282 µg/m³, mentre il PM2.5 di 180 µg/m³. L’indice di qualità dell’aria raggiunge valori di 834 nel centro di Calcutta. La qualità dell’aria a Nuova Delhi risulta essere insalubre con un indice di 321 relativo soprattutto ai livelli di PM2.5: nel cuore della città il PM10 ha raggiunto picchi orari di 367 µg/m³, mentre il PM2.5 di 157 µg/m³. A Dhaka, in Bangladesh, l’indice di qualità dell’aria raggiunge un valore di 323 a cusa di concentrazioni di PM2.5 di 272.4 µg/m³.
Considerando gli standard europei si tratta di valori eccezionalmente elevati: la media giornaliera di PM10 in Europa per legge non può superare concentrazioni di 50 µg/m³. Ciò significa che a Nuova Delhi stanno respirando un’aria estremamente inquinata, con PM10 7 volte superiore al limite per la salute umana.
La fitta cappa di smog si vede molto bene anche dal satellite odierno: vasti settori tra India e Bangladesh sono infatti ricoperti da una fitta “nube” grigia.
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