C’è una piccola isola nel sudest asiatico che si appresta a diventare la prima nazione “plastic neutral” del Mondo. Si chiama Timor Est perché occupa la metà orientale di Timor, isola circondata da barriere coralline a nord dell’Australia. Timor Est ha firmato un accordo per costruire un rivoluzionario impianto di riciclaggio chimico della plastica: il reattore catalitico Cat-HTR disintegra la plastica riducendola in minuscoli pezzi e permette di riutilizzarla per produrre nuova plastica, carburante o cera dura.
L’impianto, costato 57,7 milioni di dollari australiani (circa 36 milioni di euro), offre una soluzione potenziale alla crisi globale legata all’inquinamento dei mari e verrà costruito anche in Canada e Gran Bretagna. Potrà trattare circa 20 mila tonnellate di plastica di scarto ogni anno e produrre circa 17 mila tonnellate di carburanti sintetici. Potrà riciclare anche la plastica detta di “fine vita”, quella che di solito finisce in discarica o, peggio, negli oceani.
Si tratta di un passo importante, un esempio da seguire. Secondo le stime finiscono negli oceani ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica e altre decine di milioni nelle discariche. L’immensa isola di plastica nel Pacifico settentrionale, formata da 1.8 trilioni di pezzi di plastica, ha raggiunto una dimensione pari a tre volte la Francia.
“L’impianto”, spiega l’inventore della tecnologia Thomas Maschmeyer docente di chimica all’Università di Sydney, “funziona come una pentola a pressione. Il materiale, in condizioni di alta pressione e alte temperature, induce una depolimerizzazione radicale, in altre parole l’acqua e il calore nell’impianto causano un effetto di forbice, che taglia la plastica in minuscoli frammenti”. “Questi frammenti – spiega – sono liquidi o gassosi a seconda della grandezza in cui li tagliamo. Poi si possono usare processi esistenti per creare prodotti convenzionali, plastiche, cere, oli lubrificanti, solventi”, aggiunge. “Concettualmente, l’obiettivo è di trasformare la plastica da rifiuto a risorsa economica. Vogliamo che il problema dei rifiuti di plastica si possa autoregolare”. La tecnologia viene concessa a Timor Est gratuitamente, spiega ancora Maschmeyer, perché “l’idea di una nazione ‘plastic neutral’ è può essere un esempio di importanza globale”.
Il segretario per l’Ambiente di Timor Est, Demetrio do Amaral, che ha firmato l’accordo, spiega che il piano prevede la formazione di un’entità no-profit per operare l’impianto, comprare plastica di scarto da gruppi comunitari come le scuole e poi vendere i prodotti con un utile netto. “Timor Est potrà essere un esempio al resto del mondo su ciò che questa tecnologia può realizzare e sui benefici che avrà per il pianeta”, aggiunge.
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