La situazione nel campo profughi di Lipa, in Bosnia, è al limite della sopravvivenza. Dopo l’incendio del 23 dicembre scorso che distrusse gran parte della struttura, rimangono pochi tendoni e una distesa di fango e ghiaccio. Fino a poche settimane fa in questo luogo avevano trovato riparo circa un migliaio di persone respinte in precedenza da Croazia, Slovenia e Italia. Un campo già privo dei requisiti essenziali per la sopravvivenza, acqua, luce, e ora semidistrutto, destinato alla chiusura senza però la prospettiva di una sistemazione in altre strutture per le persone presenti. Le temperature sono rigide e non ci sono riscaldamento, acqua ed elettricità.
Al momento ci stiamo avviando a una catastrofe umanitaria: novecento persone, tutti richiedenti asilo, provenienti in gran parte da Pakistan e Afghanistan, sono isolati e senza aiuti sufficienti da parte dell’Unione europea e alle prese con temperature estreme. Operano in condizioni difficilissime solo la Caritas Internazionale e la Croce Rossa. La Caritas italiana ha inviato nei giorni scorsi sei camion carichi di legna da ardere ma il freddo aumenterà ulteriormente.
Nei prossimi giorni le temperature minime arriveranno a -10/-15°C e altra neve è prevista su queste alture a pochi chilometri dal confine con la Croazia. Le previsioni meteo per la zona
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