Ghiacci

In Antartide si reclutano le foche per studiare i cambiamenti climatici

Un gruppo di ricercatori ha pensato di avvalersi di un team speciale per esplorare le profondità dell’oceano

Nell’Antartide occidentale un team di ricercatori guidato dall’ecologista e oceanografo Lars Boehme ha pensato di avvalersi di un corpo speciale per esplorare le profondità dell’oceano: un gruppo di foche di Weddell. Raccogliere i dati che servono per capire le reali conseguenze dei cambiamenti climatici in zone proibitive non è sempre facile: per questo motivo gli scienziati si sono avvalsi di questa speciale collaborazione. Le foche sono le uniche in grado di esplorare le profondità dell’oceano immergendosi a profondità superiori ai 1000 metri, riuscendo a trattenere il respiro per un’ora e più. Gli animali sono stati dotati di appositi dispositivi satellitari grandi quanto uno smartphone, rilevando dati fondamentali per studiare i cambiamenti climatici. La procedura non è invasiva: l’apparecchiatura viene fatta aderire alle loro teste senza causare traumi. In queste zone dell’Antartide le foche sono praticamente prive di predatori, quindi è abbastanza semplice avvicinare questi animali e anestetizzarli.

Foche di Weddell

Boehme ha studiato oceanografia fisica a Kiel, in Germania e poi si è trasferito all’Università St Andrews in Scozia per un dottorato di ricerca. “Mi interessa il ruolo degli oceani polari, ecosistemi fondamentali per il clima. L’Antartide? Ci sono stato 15 volte: è la scienza a portarmi lì, ma è anche un posto mozzafiato che ispira timore e rispetto. L’unità di ricerca di cui faccio parte si occupa dei mammiferi marini. Proviamo a comprenderli per proteggerli al meglio. I nostri ingegneri hanno sviluppato dei piccoli dispositivi che possono essere attaccati sulla loro pelliccia e che forniscono informazioni su dove vanno, quanto in profondità si immergono, che tipo di ambienti incontrano. Poi vengono trasmesse via satellite in Scozia per essere analizzate. Gli scienziati ritengono che il cambiamento dei venti stia forzando uno strato di acqua più calda e densa dal profondo oceano. Gli indizi svelati dai dati registrati dai piccoli satelliti (temperatura, salinità e profondità dell’acqua) sono la chiave per capire i ghiacciai dell’Antartide. Inoltre le foche vivono laddove l’uomo non potrebbe mai arrivare. Per noi scienziati sono preziosissime perché vivono in un ambiente estremo: l’acqua è vicina al punto di congelamento dell’acqua di mare (-1,8°C) ed è sempre buia durante la notte polare. Quando ci avviciniamo a loro per collocare il dispositivo, prendiamo anche alcune misure biometriche come la lunghezza dell’animale, prima che si svegli di nuovo. L’intera procedura richiede meno di 20 minuti, non è invasiva e non provoca alcun trauma all’animale. Questi strumenti non solo ci raccontano il loro comportamento ma anche l’ambiente in cui si trovano“.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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