A metà dell’estate il bilancio relativo all’estensione dei ghiacci artici ha fatto segnare un nuovo record negativo. Lo rivelano le analisi del National Snow and Ice Data Center (NSIDC). Colpa anche dell’ondata di caldo che sta interessando la Siberia settentrionale dalla scorsa primavera, che ha fuso gran parte del ghiaccio nel Mare di Laptev e Barents. Attualmente, alla metà di luglio, la rotta del Mare del Nord appare quasi completamente libera.
Come se fosse fine agosto. Osservando le medie, le condizioni attuali della banchisa risultano essere un mese in anticipo sul calendario: una estensione simile viene infatti raggiunta in media intorno al 20 agosto. Una notizia che non lascia ben sperare, considerando che il picco minimo annuale viene raggiunto a metà settembre.
Al 15 luglio la banchisa di ghiaccio artico si estendeva per 7.51 milioni di chilometri quadrati, ben 330.000 in meno rispetto al record precedente del 2011. Nella prima metà di luglio il ghiaccio si è fuso ad un ritmo di 146.000 chilometri quadrati al giorno, decisamente più veloce rispetto alla media 1981-2010 di 85.900 km2 al giorno.
Nelle prime due settimane del mese le temperature in quota sono risultate essere incredibilmente alte sul Mar Glaciale Artico centrale, con valori anche 10 gradi più elevati del normale. A causa del persistere dell’alta pressione sulla Siberia, il ghiaccio si è fuso e le concentrazioni ora sono molto basse. Al contrario, invece, complice un clima più freddo del normale a giugno tra Alaska e Canada, l’estensione del ghiaccio a nord di queste zone risulta essere in linea con le medie.
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