La Grande barriera corallina è soffocata da temperature oceaniche sempre più elevate. Il più grande organismo vivente della Terra aveva già subito nel 2016 la perdita di un terzo dei suoi coralli nei nove mesi da marzo a novembre di quell’anno, secondo i dati resi pubblici dall’Arc Centre of Excellence for Coral Reef Studies australiano. La Grande barriera corallina copre un’area più grande dell’Italia ed è uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità del pianeta.
Ora si va incontro ad un nuovo e importante episodio di sbiancamento dei coralli. Le prossime due settimane saranno decisive: se le temperature elevate degli oceani nella regione non dovessero abbassarsi, potremmo trovarci di fronte al terzo peggior sbiancamento degli ultimi 5 anni. Nel 2016 l’anomalia positiva delle acque circostanti era arrivata addirittura a 6°C: lo sbiancamento, ossia la perdita del colore dei coralli, è il primo effetto dell’innalzamento delle temperature su questi organismi. Un forte sbiancamento può uccidere alcuni coralli e indebolirne altri. Oltre allo sbiancamento, i coralli possono morire per lo stress termico se le temperature diventano estreme.
Lo stress da calore è già in atto nei coralli con sbiancamento a chiazze soprattutto nelle aree centrali e meridionali della barriera, tra le più gettonate dai turisti. L’autorità del parco marino della Grande barriera corallina sta monitorando attentamente la situazione.
Le temperature della superficie del mare presenta già un’anomalia di oltre 1,5 ° C, in alcuni settori a sud di Port Douglas addirittura fino a 3°C, e tra un mese dovrebbe raggiungersi il picco del caldo per questo ampio settore oceanico. Fino agli anni ’80 lo sbiancamento si presentava ogni quarto di secolo, mentre ora assistiamo in media a un evento ogni sei anni con episodi che possono presentarsi anche in due anni consecutivi.
Nel dicembre 2019, il governo del Queensland e quello federale, apertamente negazionisti in merito alla crisi climatica, avevano inviato all’Unesco un rapporto sullo stato della barriera, ammettendo che i cambiamenti climatici avevano già danneggiato questo patrimonio dell’umanità. L’aumento delle temperature del mare, dovuto al riscaldamento globale di origine antropica, è la più grande minaccia per la barriera corallina e, a distanza di 5 anni la situazione si è aggravata.
Richard Leck, del WWF-Australia, ha dichiarato: “sapremo nelle prossime due settimane se avremo un evento di sbiancamento dei coralli per la terza volta in soli cinque anni. Sicuramente dopo questa estate di incendi boschivi e dopo questa ondata di calore che ha colpito la barriera corallina, non possiamo continuare a seppellire le nostre teste nella sabbia.”
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