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Perdite significative di alberi possono essere ridotte piantando in modo più strategico. Lo studio

Secondi gli esperti i "servizi ecosistemici" forniti dalle foreste si ridurranno in Europa in media del 15% entro il 2100

Uno studio pubblicato questo mese sul sito web ScienceDirect che fornisce l’accesso a un ampio database bibliografico di pubblicazioni scientifiche e mediche, afferma che questo secolo ci sarà una perdita significativa dei benefici che le foreste europee forniscono agli esseri umani e alla natura. Secondi gli esperti i “servizi ecosistemici” forniti dalle foreste, come la protezione del suolo o la fornitura di cibo, si ridurranno in Europa in media del 15% entro il 2100 in uno scenario di emissioni moderate. Queste perdite potrebbero essere in parte mitigate prestando maggiore attenzione al tipo di alberi piantati in tutto il continente.

Foto di Joe da Pixabay

Le foreste europee stanno affrontando molteplici pressioni naturali e antropiche che dovrebbero diventare più gravi nei prossimi decenni. Si prevede che la diversità degli alberi diminuirà in molte aree del continente. In che modo ciò influirà sulla fornitura di servizi forestali rimane una questione aperta, la cui risposta dipende, tra l’altro, dalle sfide pratiche e teoriche dell’integrazione della migrazione assistita nelle strategie di adattamento climatico. Stimiamo che entro la fine del secolo e in uno scenario di dispersione naturale, la fornitura di servizi forestali diminuirebbe in media del 15% in Europa e fino al 52% nel Mediterraneo. Per esplorare se e come la gestione potrebbe ridurre le perdite previste, abbiamo simulato una serie di strategie alternative di migrazione assistita volte a identificare, per ciascuna località, le comunità di specie arboree che offrono il miglior compromesso in termini di resilienza ai cambiamenti climatici e consegna di specifiche combinazioni di servizi ecosistemici“.

Foto di Dorothe da Pixabay

Tali strategie potrebbero ridurre le perdite di servizi del 10%-15% in media in Europa e persino aumentare la disponibilità dei servizi nelle regioni alpine e boreali ma non nel Mediterraneo, dove le perdite rimarranno al 33%. I nostri risultati evidenziano come le strategie di gestione guidate dalla scienza potrebbero essere vitali per ridurre un declino dei servizi forestali altrimenti drammatico a livello europeo. Le nostre strategie di migrazione assistita simulata identificano comunità di specie arboree simili in percorsi diversi. Ciò rende il nostro approccio un potente strumento per la gestione delle foreste, in quanto può essere fonte di consigli validi indipendentemente dal fatto che, e in che misura, la società umana si allontanerà dalle normali traiettorie delle emissioni”.

Foto di Alan Frijns da Pixabay

Le foreste offrono una vasta gamma di benefici per l’uomo e l’ambiente; diretti, come la legna da ardere e da costruzione, indiretti, come la protezione dei suoli dall’erosione. Tutelano la biodiversità e contribuiscono in modo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, circa il 10% delle emissioni annuali di gas serra dell’UE viene assorbito e immagazzinato nel suolo e negli alberi. I cambiamenti climatici hanno reso le foreste in Europa più vulnerabili: secondo uno studio di Nature Communications del 2021 il sequestro del carbonio, la conservazione della biodiversità e altri servizi chiave potrebbero essere “seriamente compromessi” in futuro a causa degli impatti del cambiamento climatico, con temperature che si fanno sempre più estreme e inondazioni più frequenti.

Lo studio esamina 3 strategie di gestione forestale volte a ridurre o invertire la perdita di benefici che le foreste forniscono, valutate in base a 2 percorsi di emissioni future: moderate e molto elevate. La prima campiona specie casuali per sostituire quelle perse, la seconda sceglie sostituzioni che massimizzino uno specifico servizio ecosistemico, come la protezione del suolo mentre la terza identifica le specie che offrono il miglior risultato complessivo per tutti i servizi. Le prospettive future valutano la diffusione delle specie in uno scenario in cui gli alberi si disperdono da soli in modo naturale e in un altro in cui sono aiutati dagli esseri umani a diffondersi in più aree dove sono adatti al clima.

Foto di Bela Geletneky da Pixabay

In ogni scenario, i ricercatori affermano che sostituire le specie arboree localmente perdute con altre più adatte alle condizioni climatiche future può ridurre il declino dei servizi ecosistemici, rispetto a scenari senza tale “migrazione assistita“. Spostando le specie di alberi in un’area in cui potrebbero non essere state coltivate prima, le perdite potrebbero ridursi in media al 10%, tuttavia viene stimato che si ridurranno ancora di circa un terzo nella regione mediterranea entro la fine di questo secolo, anche con l’intervento umano. Lo studio punta ad essere preso in considerazione nei piani dell’UE che tutelano l’ambiente e la biodiversità come base scientificamente solida per un processo decisionale, rimarcando anche l’impegno dell’UE a piantare 3 miliardi di alberi nel continente entro il 2030.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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