L’alquanto impressionante ondata di caldo che ha interessato i settori occidentali di Canada e Stati Uniti, spingendo il termometro verso nuovi inimmaginabili record storici, ha avuto conseguenze dirette sullo stato di salute degli abitanti (con decine di morti improvvise) e sullo stress termico della vegetazione, non abituata a temperature simili.
Le ricadute del grande caldo sull’ambiente sono state profonde. Nelle vicinanze della località di Lytton, dove la temperatura ha sfiorato i 50 gradi, si sono sviluppati numerosi incendi che stanno bruciando circa 6.400 ettari di territorio. Il sindaco della città ha invitato tutti i cittadini ad allontanarsi dalle proprie abitazioni, firmando l’ordine di evacuazione.
Il rischio incendi è da alto ad estremo nella British Columbia centro meridionale: dal 1 aprile al 30 giugno si sono contati un totale di 517 incendi, di cui 152 scoppiati solo nell’ultima settimana, per un’area complessiva di 24.700 ettari andati in fiamme. Ad oggi sono 109 gli incendi attivi, 53 dei quali sono scoppiati negli ultimi 2 giorni. Secondo le stime del servizio incendi della British Columbia due terzi di questi incendi sono scoppiati a causa dei fulmini.
Gli incendi, alimentati dalla vegetazione più secca e dal vento, hanno dato vita a veri e propri temporali “di fuoco“. Questo si verifica quando l’aria calda proveniente dall’incendio sale verso l’alto a formare una nuvola, il pirocumulo. Quando il rogo è particolarmente intenso la nube, costituita da vapore acqueo, fumo e cenere, può trasformarsi in un “temporale di fuoco” o “tempesta di fuoco” (dall’inglese firestorm), ossia un pirocumulonembo. Questo fenomeno può generare venti molto intensi e fulmini capaci di rendere l’incendio ancora più pericoloso e imprevedibile e addirittura dare vita ai “diavoli di fuoco”.
A fine maggio il Canada presentava già condizioni di siccità, specie nei settori meridionali dello Stato. Secondo il bollettino del Governo Canadese il 27% del territorio canadese era in sofferenza, l’85% dei terreni agricoli, con condizioni di siccità da moderata a grave soprattutto nel sud della provincia di Manitoba e Saskatchewan. A causa dell’assenza di precipitazioni nella British Columbia la siccità stava già interessando l’isola di Vancouver e l’interno.
Il caldo eccezionale che ha interessato anche gli stati occidentali degli USA ha fatto schizzare i termometri oltre i record, con valori anche di 10-15 gradi superiori alla norma. In queste condizioni il suolo e la vegetazione sono diventati ancora più secchi, con un crescente rischio di incendi.
Diversi roghi sono divampati nelle ultime settimane negli stati occidentali degli Stati Uniti. Nel mese di giugno si sono contati 164 incendi nello stato di Washington e 51 in California. In questi due stati da inizio anno sono andati in fiamme 13.400 ettari di territorio. E il fumo degli ultimi incendi peggiorerà la qualità dell’aria per milioni di persone:
L’ovest degli Stati Uniti ad oggi è quasi totalmente interessato da condizioni di siccità più o meno grave: un terzo dei territori è in una condizione di siccità da moderata a severa, un terzo è in condizione di estrema siccità, e un altro 26% dei territori vive in una condizione di siccità eccezionale.
E le ultime proiezioni meteo non vedono piogge significative in arrivo, anzi: nella prima parte del mese di luglio l’ovest degli Stati Uniti potrebbe vivere una nuova ondata di caldo, per fortuna non intensa come quella appena conclusasi.
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