Servizi climatici

Lotta contro i cambiamenti climatici a colpi di smartphone

Arriva da Londra il progetto innovativo per cercare di contrastare i fenomeni estremi che si basa sull'utilizzo di una rete di smartphone

Il Grantham Institute for Climate Change dell’Imperial college di Londra, un centro di ricerca autorevole e leader mondiale nella scienza dei cambiamenti climatici e dell’ambiente, ha esposto un progetto innovativo per cercare di contrastare i fenomeni estremi, che si basa sull’utilizzo di una rete di smartphone. L’idea, portata avanti dal professore Ralf Toumi, è quella di coinvolgere le persone comuni per aiutare i governi di tutto il mondo a non farsi trovare impreparati davanti ad avvenimenti atmosferici catastrofici che purtroppo seguiteranno a segnare la nostra quotidianità. Il professore Ralf Toumi è specializzato nei cicloni tropicali che stanno aumentando in frequenza e intensità a causa dell’innalzamento delle temperature; con questa soluzione tecnologica si vuole provare a capire in anticipo dove si abbatteranno.

Foto di WikiImages da Pixabay

Sarà un algoritmo a simulare centinaia di cicloni virtuali, con tutte le loro caratteristiche e soprattutto con l’introduzione delle variabili dovute alla crisi climatica in corso. La novità è che questi tipi di modelli statistici potranno girare facilmente anche sugli smartphone: utilizzare questa rete permetterà di accedere a una straordinaria potenza di calcolo, in modo semplice, privo di burocrazia e continuativo. Gli smartphone sono un oggetto comune che tutti utilizziamo: il coinvolgimento collettivo delle persone su un tema così importante, potrà servire a salvare vite.

Foto di wurliburli da Pixabay

Per prepararsi ai disastri è fondamentale sapere con quale probabilità possono verificarsi oggi e in futuro. Le popolazioni e i governi hanno bisogno di sapere quanto investire in misure di sicurezza che proteggano persone e infrastrutture. Per farlo servono molti soldi e ci vogliono argomenti solidi che dimostrino come il rischio sia reale. Si deve sapere se un evento estremo è probabile che si verifichi ogni dieci anni o ogni venti” queste le parole di Ralf Toumi. In collaborazione con la Fondazione Vodafone, l’Imperial College ha così avviato un progetto di citizen science, letteralmente dall’inglese “scienza dei cittadini”, che indica quel complesso di attività collegate ad una ricerca scientifica a cui partecipano semplici cittadini dilettanti. Chi vorrà potrà, scaricando l’app DreamLab, mettere a disposizione il suo smartphone di notte, mentre si ricarica, perché, insieme a migliaia di altri dispositivi, vada a costruire un supercomputer virtuale, capace di eseguire le simulazioni ideate dagli scienziati.

Il professor Toumi sottolinea che il progetto non riguarda le previsioni meteorologiche ma la valutazione del rischio per aiutare le autorità civiche a prepararsi a tali disastri naturali. “Meglio possiamo prevedere il rischio, meglio le autorità possono investire nella preparazione alle catastrofi”. A livello globale ci sono solo circa 6 cicloni tropicali molto dannosi ogni anno e la maggior parte dei Paesi ha osservazioni affidabili solo per meno di 40 anni, nonostante un miliardo di persone sia esposta a queste devastazioni. Per rafforzare la resilienza a queste tempeste e ridurre i danni che provocano, le comunità devono comprendere meglio la probabilità che si verifichino.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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