Quello della finanza è uno dei temi chiave della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima che si sta svolgendo a Glasgow, in Scozia, in questi giorni con lo scopo principale di delineare un piano d’azione comune per contrastare la crisi climatica.
In particolare, la finanza è al centro del negoziato nella giornata di oggi, la quarta della COP26, dedicata a “Mobilitare su larga scala i flussi finanziari, pubblici e privati, per la mitigazione e l’adattamento”. Le Nazioni Unite hanno avvertito che serviranno migliaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi climatica, sia in termini di mitigazione – ovvero per la riduzione delle emissioni che provocano il riscaldamento globale – che per l’adattamento – cioè le politiche e le azioni da intraprendere per far fronte agli effetti ormai inevitabili del cambiamento climatico -.
Per raggiungere gli obiettivi è necessario un cambiamento profondo di tutte le realtà legate alla finanza, avverte la presidenza britannica della COP26, comprese banche, assicurazioni, investitori e aziende: «le nazioni devono gestire i crescenti impatti dei cambiamenti climatici sulla vita dei loro cittadini e hanno bisogno di fondi per farlo».
Mentre i fondi pubblici devono essere destinati allo sviluppo delle infrastrutture necessarie alla transizione a un’economia più verde e più resiliente al clima, i finanziamenti privati dovranno finanziare la tecnologia e l’innovazione.
Nell’ambito della finanza climatica un tema particolarmente delicato e importante è quello del supporto ai paesi più vulnerabili e in via di sviluppo. I paesi più ricchi si erano impegnati a mobilitare 100 miliardi all’anno per il sostegno delle nazioni in via di sviluppo entro il 2020 ma l’obiettivo non è stato raggiunto: l’OCSE stima che nel 2019 siano stati stanziati 79,6 miliardi di dollari. Secondo i dati resi noti dall’UNFCCC (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) ci si aspetta di poter raggiungere l’obiettivo dei cento miliardi entro il 2023, e nel negoziato di oggi questo è uno dei punti chiave.
Il presidente designato della COP26, Alok Sharma, e la Segretaria Esecutiva dell’UNFCCC Patricia Espinosa sono intervenuti oggi con una conferenza stampa dedicata alla discussione sulla finanza climatica in cui hanno commentato favorevolmente i passi avanti che si sono visti finora a Glasgow. Sharma si è detto «cautamente ottimista» riguardo al fatto che la COP stia facendo progressi su diverse questioni, compresa la finanza climatica, e ha detto che i paesi più vulnerabili sono una priorità.
Diversi Paesi hanno assunto impegni più significativi per quanto riguarda i finanziamenti per l’adattamento, numerose nazioni hanno rafforzato il proprio impegno per il supporto ai paesi più vulnerabili e il raggiungimento dei 100 miliardi di dollari all’anno.
Su questo punto si è espressa in particolare Espinosa, che ha detto che probabilmente sarà possibile centrare l’obiettivo dei cento miliardi entro il 2022.
La Segretaria Esecutiva dell’UNFCCC ha tuttavia sottolineato che gli impegni e le promesse che verranno fatte nel corso della COP26 in tema di finanza dovranno poi dare vita a passi avanti e ad azioni: «quello che stiamo vedendo alla conferenza sul clima – ha detto – deve tradursi in output concreti».
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