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Deforestazione, possibile un concreto cambio di rotta: le novità dalla COP26

Oltre 100 leader globali si sono impegnati a fermare la deforestazione entro la fine di questo decennio

Dal primo incontro tra i leader alla COP26 di Glasgow è arrivata una buona notizia che riguarda la deforestazione, che dopo decenni di allarmi inascoltati potrebbe essere finalmente giunta a un concreto cambio di rotta.
Lunedì 1 novembre oltre cento leader globali si sono impegnati a fermare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo entro il 2030.
A rendere possibile l’accordo il finanziamento di 19 miliardi di dollari che, tra fondi pubblici e privati, verranno messi a disposizione per investire nella protezione delle foreste e nel loro ripristino.

Ci impegniamo a lavorare collettivamente per arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del suolo entro il 2030, fornendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile e promuovendo una trasformazione rurale inclusiva.

Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e sull’uso del suolo, COP26

A sostenere la dichiarazione congiunta ci sono state anche le nazioni in cui la situazione della deforestazione è particolarmente grave, Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, che da soli rappresentano l’85 per cento delle foreste nel mondo.

Nella dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e sull’uso del suolo si ufficializza l’impegno a rafforzare gli sforzi condivisi per:

  • Conservare le foreste e altri ecosistemi terrestri e accelerarne il ripristino;
  • Facilitare le politiche commerciali e di sviluppo, a livello internazionale e nazionale, che promuovano lo sviluppo sostenibile e la produzione e il consumo di materie prime sostenibili, che lavorino a reciproco vantaggio dei paesi e che non portino a deforestazione e degrado del suolo;
  • Ridurre la vulnerabilità, costruire la resilienza e migliorare i mezzi di sussistenza rurali, anche attraverso l’empowerment delle comunità, lo sviluppo di un’agricoltura redditizia e sostenibile e il riconoscimento dei molteplici valori delle foreste, riconoscendo al contempo i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, in conformità con le pertinenti legislazione nazionale e strumenti internazionali, a seconda dei casi;
  • Attuare e, se necessario, ridisegnare politiche e programmi agricoli per incentivare l’agricoltura sostenibile, promuovere la sicurezza alimentare e favorire l’ambiente;
  • Riaffermare gli impegni finanziari internazionali e aumentare significativamente i finanziamenti e gli investimenti da un’ampia varietà di fonti pubbliche e private, migliorandone al contempo l’efficacia e l’accessibilità, per consentire l’agricoltura sostenibile, la gestione sostenibile delle foreste, la conservazione e il ripristino delle foreste e il sostegno alle popolazioni indigene e alle comunità locali;
  • Facilitare l’allineamento dei flussi finanziari con gli obiettivi internazionali per invertire la perdita e il degrado delle foreste, garantendo nel contempo l’attuazione di politiche e sistemi solidi per accelerare la transizione verso un’economia che sia resiliente e promuova gli obiettivi forestali, l’uso sostenibile del suolo, la biodiversità e il clima.

Una buona notizia da prendere con cautela:

Se l’accordo trovato alla COP26 contro la deforestazione è senz’altro una buona notizia, è necessario tenere conto del fatto che si tratta di una promessa non vincolante, il cui mancato mantenimento non avrebbe conseguenze per i governi. Molti hanno inoltre sottolineato come la dichiarazione non citi in nessun punto la questione della carne, la cui industria è tra i principali responsabili della deforestazione.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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