Si sta compiendo una tragedia ambientale in Sud America. Il Pantanal, la più grande regione umida del Pianeta, situata per gran parte in Brasile, e in parte in Bolivia e Paraguay, sta bruciando da oltre tre mesi. Si tratta di una enorme pianura alluvionale ricchissima di biodiversità. A causa dei roghi stanno morendo migliaia di animali, tra i quali anche un numero enorme di specie protette. Solo in questi primi 20 giorni del mese di settembre si sono contati 164 incendi e più di 200 si sono verificati in agosto.
Secondo uno studio basato sui dati satellitari dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe) il numero degli incendi ha iniziato ad aumentare a fine luglio, ma è esploso ad agosto e settembre e il 72% dei focolai dell’anno si è verificato solo in quei mesi.
I maggiori focolai si sono diffusi prima su proprietà private per poi arrivare in aree di foresta nativa di proprietà dei proprietari terrieri, che sono protette dalla legge e devono essere preservate.
Per comprendere la portata di questa tragedia basta leggere i numeri: un intero ecosistema di 150.000 chilometri quadrati è in fiamme. E’ una zona grande come la Lombardia. Nella parte brasiliana del Pantanal, che è il 60% del totale, da gennaio si sono verificati oltre 15.000 incendi.
A causare questa situazione è un insieme di fattori: una gravissima siccità ha colpito la zona negli ultimi mesi, con pochissimi millimetri di pioggia caduti in una zona di solito molto piovosa. Il terreno, normalmente molto umido, è tremendamente secco e basta poco perché le fiamme si propaghino senza controllo. Un altro fattore è legato alla deforestazione. Gli allevatori, per guadagnare spazi da dedicare agli allevamenti di bovini, appiccano il fuoco per aggiudicarsi nuovi terreni da sfruttare.
Il governo di Jair Bolsonaro ha fatto fino ad adesso poco o nulla per arrestare questa tragedia e ha attribuito l’origine dei roghi alle usanze degli abitanti della regione. “Ci sono incendi appiccati dagli indios, altri dai nativi della zona, poi ci sono quelli che si generano spontaneamente. Là in Amazzonia e nel Pantanal la temperatura media è di 43 gradi”.
Il fumo degli incendi che stanno colpendo l’Amazzonia e il Pantanal si estende per oltre 4mila chilometri e ha raggiunto almeno cinque paesi confinanti, Perù, Bolivia, Paraguay, Argentina e Uruguay come dimostra un’immagine satellitare diffusa ieri dall’ Inpe (Instituto National Space Research Institute). I meteorologi hanno persino avvertito del rischio che nella città di San Paolo possa cadere una “pioggia nera”, a causa della fuliggine degli incendi che attraversa il continente.
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