La siccità colpisce più persone di qualsiasi altro disastro a lenta insorgenza e nei prossimi anni determinerà il corso dello sviluppo umano man mano che l’emergenza climatica peggiora. A lanciare l’allarme è l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile della gestione globale del rischio di catastrofi nel “Rapporto speciale GAR sulla siccità 2021”, pubblicato ieri in occasione della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità.
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Va dritto al punto Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi, affermando che «la siccità è sul punto di diventare la prossima pandemia». «La siccità ha colpito direttamente 1,5 miliardi di persone finora in questo secolo e questo numero crescerà drammaticamente, a meno che il mondo non migliori nella gestione di questo rischio e ne comprenda le cause alla radice e agisca per fermarle», ha aggiunto.
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La siccità ha sempre fatto parte dell’esperienza umana, ma i danni e i costi che ne derivano sono decisamente sottovalutati. Questo accade perché molti impatti diffusi e a cascata non vengono esplicitamente attribuiti agli effetti a catena della siccità. Oltre ad aggravare le disuguaglianze sociali, colpendo i più deboli, la siccità è responsabile di ingenti perdite economiche. Come sottolinea il Rapporto dell’ONU, le stime dei costi derivanti dagli impatti della siccità dal 1998 al 2017 mostrano come abbia colpito almeno 1,5 miliardi di persone portando a perdite economiche di almeno 124 miliardi di dollari in tutto il mondo. Nello specifico, oltre 6 miliardi di dollari all’anno in impatti diretti negli Stati Uniti e circa 9 miliardi di euro nell’UE.
Il fattore chiave della siccità è ovviamente il cambiamento dei modelli delle precipitazioni a causa della crisi climatica, ma ci sono anche tanti altri fattori che incidono. Secondo il rapporto, anche l’uso inefficiente delle risorse idriche, il degrado della terra a causa dell’agricoltura intensiva e le cattive pratiche agricole giocano un ruolo fondamentale. E ancora: la deforestazione, l’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi, il pascolo eccessivo e la massiccia estrazione di acqua per l’agricoltura.
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Il rapporto chiude con una serie di raccomandazioni, tra le quali la più importante indica la necessità di una cooperazione nazionale e locale affinché si possa lottare contro la siccità. In un mondo in via di riscaldamento, in cui le precipitazioni diventeranno sempre più imprevedibili, saranno necessarie soluzioni pratiche per affrontare tutto ciò che ne potrebbe conseguire.
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