È stato diffuso il World Energy Outlook, il report annuale dell’Agenzia Internazionale per l’energia che fa in punto della situazione e mai come quest’anno era atteso, anche in vista del prossimo appuntamento della COP26 di Galsgow. Il World Energy Outlook (WEO) dal 1998 fornisce una guida indispensabile alle opportunità, ai benefici e ai rischi futuri in questo momento vitale per la transizione verso l’energia pulita. Il report ha evidenziato che gli attuali piani per ridurre le emissioni globali di CO2 potranno vedere ridotto del 60% il loro obiettivo di emissioni nette a zero entro il 2050.
L’organizzazione ha affermato che la differenza tra i piani attuali e il cambiamento necessario per raggiungere l’obiettivo zero netto richiede fino a 4 trilioni di dollari di investimenti solo nel prossimo decennio per colmare il divario.
Con gli impegni di decarbonizzazione annunciati dai governi mondiali “l’aumento delle temperature medie globali è destinato ad arrivare nel 2100 a 2,1 gradi” sopra l’obiettivo minimo dell’Accordo di Parigi sul clima che è fissato in 2 gradi. La ripresa dalla pandemia sta inoltre diventando insostenibile con un forte aumento dell’utilizzo del carbone.
La transizione mondiale verso l’energia pulita è ancora troppo lenta per soddisfare gli impegni climatici in ciò che rischia di alimentare una maggiore volatilità dei prezzi. “Non stiamo investendo abbastanza per soddisfare le future esigenze energetiche – ha affermato su Twitter il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol – e le incertezze stanno preparando il terreno per un periodo estremamente difficile”.
In un’intervista al Corriere della Sera Birol ha sottolineato l’importanza cruciale della COP26: “Credo che dalla Cop26 debbano arrivare almeno tre cose: intanto che nuovi impegni siano presi da altri Paesi perché quel 20% diventi molto più grande. Considerando poi che il 90% della crescita delle emissioni viene dai Paesi con economie emergenti, bisognerà trovare un meccanismo finanziario che permetta di fare in quei Paesi gli investimenti necessari – prosegue -. Infine i leader delle grandi economie come Ue, Usa, Cina e India, devono dire chiaramente agli investitori: se continuate ad investire nei vecchi settori di energia “sporca” rischiate di perdere denaro. Questo è il messaggio politico che mi aspetterei”.
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