Estero

Grande barriera corallina: in corso un nuovo sbiancamento di massa

Si tratta del quinto evento in soli otto anni, il settimo dal 1998: tra le cause il riscaldamento globale e El Nino

La Grande Barriera Corallina sta vivendo il quinto evento di sbiancamento di massa dei coralli in soli otto anni. Lo sbiancamento di massa della Grande Barriera Corallina è stato osservato per la prima volta nel 1998 e si è ripetuto poi nel 2002, 2016, 2017, 2020, 2022 e ora nel 2024.

Lo conferma l’autorità governativa del parco marino che, insieme agli scienziati dell’Australian Institute of Marine Science, ha completato i rilievi aerei.

Sono stati infatti condotti rilievi aerei su oltre 300 barriere coralline inshore, midshelf e offshore, da Cape Melville a nord di Cooktown fino a poco più a nord di Bundaberg (confine meridionale del Parco Marino).
I risultati hanno rivelato un prevalente sbiancamento dei coralli in acque poco profonde sulla maggior parte delle scogliere esaminate e i risultati sono coerenti con i modelli di stress da calore che si sono accumulati durante l’estate.
Nella sezione meridionale della barriera, coralli di centinaia di anni sono stati gravemente sbiancati. La Grande Barriera Corallina – il più grande sistema corallino del mondo – è lunga circa 2.300 km, copre un’area più grande dell’Italia ed è composta da circa 3.000 singole barriere.

Sbiancamento barriera corallina: sotto accusa l’aumento globale delle temperature

Tra il 2023 e questo avvio del 2024, le temperature degli oceani di tutto il mondo sono state le più alte mai registrate e il programma Coral Reef Watch del governo statunitense ha dichiarato che il pianeta si trova sulla soglia di un notevole evento globale di sbiancamento di massa dei coralli, con barriere coralline nell’Atlantico, nel Pacifico e potenzialmente nell’Oceano Indiano. Anche la barriera corallina più meridionale del mondo, a Lord Howe Island, al largo della costa australiana del Nuovo Galles del Sud, è stata colpita dallo sbiancamento.

Secondo uno studio condotto dal professor Terry Hughes e dai colleghi della James Cook University, meno del 2% dei coralli è sfuggito allo sbiancamento dal 1998. Questo ovviamente mette in seria discussione l’ipotesi che una quantità sufficiente della barriera corallina possa resistere alla crisi climatica abbastanza a lungo da riprendersi.

Le barriere coralline tropicali sono tra gli ecosistemi più suscettibili ai cambiamenti climatici, con impatti già diffusi e osservati con il riscaldamento globale a 1,1°C. Quando i coralli stanno troppo tempo in acque insolitamente calde, si separano dalle alghe che donano loro la maggior parte del cibo e del colore. In casi estremi questo sbiancamento può uccidere il corallo, le temperature molto elevate possono anche uccidere i coralli a titolo definitivo.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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