Estero

Il cambiamento climatico potrebbe devastare il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale: lo studio

Il rapporto del Max Planck Institute for Chemistry e del Climate and Atmosphere Research Center del Cyprus Institute, sarà presentato alla COP27

Secondo una nuova ricerca condotta da un team internazionale di scienziati e pubblicata sull’autorevole rivista “Reviews of Geophysics”,  il cambiamento climatico potrebbe avere un effetto devastante sulla vita di milioni di persone nel Mediterraneo orientale e in Medio Oriente, dove le temperature stanno aumentando a una velocità quasi doppia rispetto alla media globale.
La regione, denominata per convenzione EMME, comprende Bahrain, Cipro, Egitto, Grecia, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Palestina, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Turchia ed Emirati Arabi Uniti

Questo settore del Pianeta, secondo gli autori dello studio, potrebbe vedere un riscaldamento complessivo fino a 5°C e oltre entro la fine del secolo in uno scenario “normale”.

Il rapporto, stilato dal Max Planck Institute for Chemistry e dal Climate and Atmosphere Research Center del Cyprus Institute, sarà presentato alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) che si terrà in Egitto a novembre.

Crediti Reviews of Geophysics

Uno scenario segnato da caldo senza precedenti, siccità e eventi meteo estremi entro la fine del secolo

Da qui alla fine del secolo le proiezioni basate sull’andamento climatico  “attuale indicano dunque un riscaldamento complessivo fino a 5°C, più forte in estate e associato a ondate di caldo senza precedenti.

Unsplash/Anton Ivanchenko

La regione potrebbe sperimentare una sistematica carenza di precipitazioni con un grave effetto domino sula sicurezza idrica e alimentare. Quasi tutti i settori socioeconomici verrebbero colpiti in modo critico, con impatti potenzialmente devastanti sulla salute e sui mezzi di sussistenza dei 400 milioni di abitanti della zona e con implicazioni a livello mondiale.

Molti paesi saranno anche impreparati all’innalzamento del livello del mare, con gravi sfide per le infrastrutture costiere e per l’agricoltura anche a causa della salinizzazione delle falde acquifere costiere, compreso il delta del Nilo densamente popolato e coltivato.

Per gli scienziati urge la necessità di una rapida attuazione di azioni di decarbonizzazione soprattutto rivolta ai settori dell’energia e dei trasporti, che dominano le emissioni di gas serra della zona. Il rapporto sottolinea inoltre l’importanza della resilienza climatica per adattarsi a condizioni ambientali sempre più difficili. Occorrerà una migliore gestione delle risorse idriche e una maggiore  preparazione a condizioni meteorologiche estreme più frequenti, come le ondate di calore, che saranno particolarmente difficili per la popolazione urbana in continua crescita.

Medio Oriente e Mediterraneo orientale crocevia atmosferico e hot-spot del cambiamento climatico

La regione si trova a un crocevia atmosferico influenzato da vari modelli di circolazione atmosferica e processi meteorologici tra tre continenti ed è un importante hot-spot del cambiamento climatico, cioè una zona che si riscalda più velocemente di altre parti abitate del mondo.

Gli impatti dei cambiamenti climatici in questa vasta zona del Pianeta sono aggravati da tensioni politiche, disuguaglianze sociali e accesso limitato alle risorse. La comunità scientifica della regione è impegnata nella collaborazione e nella definizione di problemi e soluzioni. Una di queste iniziative è un piano d’azione regionale del governo di Cipro denominato “Iniziativa sui cambiamenti climatici del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente“.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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