Oggi, 17 giugno 2021, si celebra la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità. Quest’anno il tema scelto è il ripristino dei terreni degradati. Come abbiamo già avuto modo di vedere, il mondo ha bisogno di ripristinare un’area grande quanto la Cina per salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversità. Il degrado del suolo, infatti, ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone.
Ambiente, il mondo ha bisogno di ripristinare un’area grande quanto la Cina |
L’ONU per l’occasione ci tiene a ricordare tutti i benefici del ripristino dei terreni degradati e dunque: più posti di lavoro, economia più sana, redditi più elevati e maggior sicurezza alimentare. La biodiversità troverebbe la via per recuperare e le emissioni di carbonio che riscaldano la Terra si bloccherebbero, rallentando i cambiamenti climatici. Inoltre, ripristinare i terreni degradati aiuterebbe la ripresa verde post pandemia da COVID-19.
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L’ONU sottolinea che quasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case. L’urgenza, adesso, è quella di invertire la rotta e rallentare la perdita di terreni produttivi ed ecosistemi naturali per poter garantire un futuro sostenibile e una sopravvivenza a lungo termine delle persone e del pianeta.
L’obiettivo della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità è quello di sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di salvaguardare la Terra, trattandola come un capitale naturale e prezioso. Per raggiungere l’obiettivo della neutralità del degrado del suolo è necessario l’impegno delle grandi forze internazionali ma anche delle singole comunità.
La desertificazione è il degrado del suolo nelle aree aride, semiaride e subumide secche. È causato principalmente dalle attività umane e dalle variazioni climatiche. La desertificazione si verifica perché gli ecosistemi delle zone aride, che coprono oltre un terzo della superficie terrestre del mondo, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento eccessivo e all’uso inappropriato del suolo. Povertà, instabilità politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttività della terra.
La questione – sottolinea l’ONU – richiede ora la massima attenzione perché quando i terreni si degradano e smettono di essere produttivi, gli spazi naturali si trasformano e si deteriorano, le emissioni di gas serra aumentano e la biodiversità diminuisce. Questo significa inoltre che ci saranno meno spazi per tamponare le zoonosi, come il COVID-19, e per proteggerci da eventi meteorologici estremi come siccità, inondazioni e tempeste di sabbia e polvere.
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