Mercoledì il nuovo presidente brasiliano, Luiz inácio Lula da Silva, ha tenuto una breve conferenza stampa a COP27.
Il benvenuto riservato a Lula dalla COP27 è stato estremamente caloroso: ben prima del suo intervento una vera e propria marea di persone – tra giornalisti, attivisti e osservatori – ha affollato la sala dove il presidente eletto era atteso, aspettandolo per più di un’ora. Prima del suo arrivo, alcuni suoi concittadini lo hanno incitato con applausi e cori.
A una folla esultante, Lula ha assicurato che «il Brasile è tornato sulla scena mondiale», e ha candidato il suo Paese a ospitare la COP30 in Amazzonia.
«Siamo venuti alla COP27 per parlare con il segretario generale delle Nazioni Unite e chiedergli che il summit del 2025 si svolga in Brasile, e in particolare in Amazzonia», ha detto Lula.
«L’Amazzonia ha un enorme significato per il mondo: dobbiamo dimostrare che un albero in piedi ha più valore di uno caduto», ha detto.
Quello della deforestazione era uno dei temi più scottanti in gioco durante le elezioni che hanno portato alla recente vittoria di Lula in Brasile. Gli ultimi 5 anni – trascorsi sotto il Governo dell’ultraconservatore Jair Bolsonaro – sono stati infatti segnati da un aumento vertiginoso della deforestazione illegale in Amazzonia, che ha frantumanto un record dopo l’altro ed è stata accompagnata da violenze senza precedenti ai danni delle popolazioni locali.
Lula ha promesso di mettere fine alla deforestazione illegale dell’Amazzonia: nel suo precedente mandato era effettivamente riuscito a contrastarla con ottimi risultati, e la sua elezione è stata salutata in tutto il mondo come una speranza per la salvezza del polmone del pianeta.
Per la fine della giornata è previsto un secondo discorso del presidente brasiliano.
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