Una stagione degli uragani «estremamente attiva» si sta preparando per la prossima stagione, avvertono i ricercatori della Colorado State University (CSU).
Nel suo rapporto il team di scienziati sottolinea che a giocare un ruolo chiave saranno le temperature record della superficie del mare nell’Atlantico orientale e centrale, che appaiono destinate a restare ben al di sopra della media anche nei prossimi mesi.
«Un Atlantico tropicale più caldo del normale fornisce un ambiente dinamico e termodinamico più favorevole alla formazione e all’intensificazione degli uragani», spiegano i ricercatori: insieme alle temperature dell’acqua, infatti, aumenta in modo significativo anche l’energia a disposizione delle tempeste.
È inoltre probabile che le attuali condizioni di El Niño lascino il posto a La Niña tra quest’estate e l’autunno, sottolineano, «portando a condizioni di wind shear (variazioni improvvise dell’intensità e della variazione del vento, ndr) favorevoli agli uragani».
11 quelli previsti quest’anno, di cui cinque particolarmente potenti, i cosiddetti major hurricane, con venti superiori a 178 km orari.
«Prevediamo una probabilità ben superiore alla media che grandi uragani si abbattano lungo la costa continentale degli Stati Uniti e nei Caraibi», avverte il team di scienziati.
Secondo le attuali previsioni, nel 2024 l’attività degli uragani sarà pari a circa il 170 per cento rispetto a quella della stagione media osservata tra il 1991 e il 2020. Nel 2023 si era registrata un’attività di circa il 120 per cento superiore alla media.
Secondo le previsioni c’è il 66 per cento delle probabilità che gli uragani colpiscano i Caraibi, mentre per le coste degli Stati Uniti la probabilità è al 62 per cento.
Le previsioni degli scienziati per la stagione degli uragani 2024 – che inizierà ufficialmente il 1 giugno per chiudersi il 30 novembre – possono essere consultate, in inglese, a questo link. Il prossimo aggiornamento, con previsioni che dovrebbero essere ancora più accurate, è in programma per giugno.
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