Oggi si celebra la Giornata Mondiale delle Api, la cui sopravvivenza è messa a dura prova da pesticidi e crisi climatica. La Coldiretti, proprio in occasione della ricorrenza istituita dall’Onu, lancia un allarme relativo alle anomalie meteorologiche che hanno messo a dura prova le api.
La Coldiretti sottolinea che lungo il territorio nazionale almeno 50 miliardi di api sono state ridotte alla fame da un inverno a tratti insolitamente caldo e una primavera segnata da numerose gelate e repentini cali termici. Questo ha sconvolto le fioriture, con le api impossibilitate a raccogliere il nettare e gli apicoltori che di conseguenza sono stati costretti ad alimentarle negli alveari con sciroppi a base di zucchero.
Api e altri impollinatori, in Europa situazione tragica: l’allarme del WWF |
Le anomalie meteorologiche che si sono verificate lungo la nostra Penisola hanno colpito le piante in piena fioritura con conseguenze non indifferenti sul raccolto di miele mentre la pioggia e il vento violento hanno ostacolato l’attività di bottinatura delle api. La somministrazione di sostanze zuccherine, necessaria per la loro sopravvivenza, rappresenta un intervento costoso attuato con “biberon” di sciroppo a base di zucchero o miele distribuiti negli alveari per consentire la sopravvivenza degli sciami e delle api regine che non possono più contare sui rifornimenti interni.
Le api contribuiscono all’impollinazione e dunque le loro difficoltà rappresentano un serio pericolo per la biodiversità. La Coldiretti specifica infatti che in media una singola ape visita generalmente circa 7000 fiori al giorno e per produrre un chilogrammo di miele sono necessarie quattro milioni di esplorazioni floreali. Dall’impollinazione delle api – prosegue la Coldiretti – dipendono in una certa misura ben 3 colture alimentari su 4. Inoltre, rappresenta un’attività fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.
La crisi delle api, come abbiamo detto, rappresenta un danno ambientale ma anche economico. Secondo la Coldiretti, infatti, sugli scaffali dei supermercati italiani più di un vasetto di miele su due viene dall’estero a fronte di una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020.
In Italia – precisa ancora la Coldiretti – esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori, da quello di arancia a quello di castagno, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell’Osservatorio Nazionale Miele, in Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l’autoconsumo.
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