L’Africa, intanto, si prepara a una fame record
Un monito da brividi sulle previsioni per il 2023 arriva anche dalle Nazioni Unite, che in un rapporto pubblicato a dicembre avvertono: andiamo «verso la catastrofe».
In particolare, il numero di persone che soffrono la fame nell’Africa occidentale e centrale potrebbe raggiungere il record di 48 milioni nel 2023. Questo «dovrebbe servire come un ultimo “campanello d’allarme” per i governi regionali affinché agiscano ora», sottolinea l’ONU.
L’analisi è stata condotta da tre agenzie delle Nazioni Unite: la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), l’UNICEF (Fondo ONU per l’infanzia) e il Programma Alimentare Mondiale. Attualmente sono già più di 35 milioni le persone che non sono in grado di soddisfare i propri bisogni alimentari e nutrizionali di base, e tra queste 6,7 milioni sono bambini.
I fattori chiave che stanno determinando la crisi sono i cambiamenti climatici, le ricadute economiche della pandemia di Covid-19 e l’impatto della guerra in Ucraina. È urgente aumentare il sostegno e gli investimenti in programmi di sicurezza alimentare e nutrizione, avverte l’ONU.
L’insicurezza alimentare e la malnutrizione persistono, e si stanno diffondendo dal Sahel verso i paesi costieri.
La vasta regione del Sahel, che si estende da ovest a est attraverso il continente, è «in bilico sull’orlo di una vera e propria catastrofe» secondo Robert Guei, coordinatore subregionale della FAO per l’Africa occidentale. Nella maggior parte dei paesi, la disponibilità di cibo sta diminuendo e i prezzi dei fertilizzanti stanno aumentando. «Questo potrebbe avere un impatto negativo sui raccolti del prossimo anno e peggiorare una situazione già grave per molte comunità rurali», ha affermato, aggiungendo che «dobbiamo agire ora per sostenere i mezzi di sussistenza rurali prima che sia troppo tardi».
Tra gli aspetti che destano maggiore preoccupazione c’è la malnutrizione acuta che colpisce molti bambini sotto i 5 anni, in particolare nei paesi del Sahel e in Nigeria. «I tassi stanno superando la soglia di emergenza del 15% in alcune aree del Senegal, della Mauritania, della Nigeria nord-orientale e del Niger», avverte l’ONU. Il tasso globale di malnutrizione acuta supera anche il 10% in molte aree intorno al bacino del lago Ciad, che comprende Niger, Nigeria e Ciad, nonché le aree di confine tra Burkina Faso, Mali e Niger.
Secondo Marie-Pierre Poirier, direttrice regionale dell’UNICEF per l’Africa occidentale e centrale, gli ultimi dati indicano livelli inaccettabilmente elevati di grave deperimento infantile in molti paesi. «Dobbiamo aumentare le cure e prestare molta più attenzione alla prevenzione della malnutrizione infantile attraverso un approccio multisettoriale per raggiungere ogni bambino», ha affermato.
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