“2 Italians Across the US”, l’impresa in bicicletta di Pietro Franzese ed Emiliano Fava a favore dell’ambiente ha già maturato circa 4400 km

6000 km, da San Francisco a Miami, con 25.000 metri di dislivello, per sensibilizzarci sull'impatto ambientale dell'uso della plastica monouso

Obiettivo: pedalare per 6000 km, da San Francisco a Miami, con 25.000 metri di dislivello per raccogliere fondi a sostegno dell’associazione Plastic Free. Si tratta dell’impresa sportiva “2 Italians Across the US” di Pietro Franzese ed Emiliano Fava, cicloviaggiatori e documentaristi italiani, partiti dall’Italia il 16 gennaio alla volta degli USA. Saliti in sella alle loro biciclette gravel il 19 gennaio sul Golden Gate, il ponte simbolo di San Francisco, hanno già percorso più di 4000 km e ora si trovano in Louisiana.

2 Italians Across the US
2 Italians Across the US
2 Italians Across the US

Questa lunghissima pedalata è un’azione di sensibilizzazione sull’impatto ambientale dell’uso della plastica monouso: Emiliano e Pietro stanno documentando con immagini video e foto la loro avventura e l’uso della plastica negli USA, il Paese che ha il più alto uso pro capite di plastica, specialmente monouso, al mondo.

Non sono mancati problemi tecnici ma soprattutto difficoltà in California: date recenti alluvioni e frane, sono stati costretti a cambiare il percorso inizialmente pensato. Ci sono state però anche piacevoli sorprese, in primis il rispetto che hanno trovato sulle strade per i mezzi a due ruote: “Stiamo incontrando molti cartelli share the road e bike lanes che corrono lungo le ampie strade. Anche accanto alle autostrade si può pedalare in sicurezza sulle shoulder, lembi di strada laterali. La sensazione nel pedalare qui è di sicurezza e accoglienza“.

Sono riuscita a sentire Pietro Franzese; volevo sapere quanta spazzatura avessero trovato finora sulle strade.

” Per quanto riguarda la plastica onestamente pensavo di trovarne molta di più. I lati delle strade percorse finora sono abbastanza puliti; ci sono tanti cartelli che avvisano di multe salate per chi inquina e ci sono delle zone, sempre ai lati delle strade, che possono essere adottate. Si tratta un programma degli anni ’80, statale, si chiama “adopt a highway”: puoi realmente prenderti cura di un pezzo di strada, preoccuparti della sua pulizia. In California abbiamo trovato pochissima spazzatura, in Arizona e New Mexico un po’ di più; in Texas di nuovo poca mentre mi sembra un po’ più sporca la Louisiana. Ci hanno però detto che i prossimi Stati, Mississippi, Alabama e Florida potrebbero essere più sporchi. Davvero, mi aspettavo peggio! Mi ha fatto molto piacere notare quanto i i ciclisti su strada vengano rispettati. Parlando poi di meteo, lo sai che finora non abbiamo preso nemmeno una mezza goccia di pioggia! È anche vero che abbiamo attraversato un deserto di 2000 km, ma non aver preso nemmeno una goccia dalla nostra partenza da San Francisco mi sembra una cosa strana o magari siamo solo stati molto fortunati!”

 

Nei primi 10 giorni abbiamo affrontato molto dislivello poi il percorso è diventato più pianeggiante e di nuovo molti sali e scendi impegnativi tra El Paso che supera i 1000 m di altitudine e Houston. Abbiamo percorso circa 4400 km, con tappe di un centinaio di km al giorno, valutando condizioni di vento e strade. La settimana scorsa, abbiamo approfittato del vento favorevole per percorrere 500 km in soli 3 giorni. Abbiamo dormito in tenda, in motel e ospiti di locali. Il freddo di notte ci ha affaticati molto quando eravamo in tenda, anche per il terreno molto umido. Abbiamo attraversato il deserto e incontrato una tempesta di sabbia, pedalato su grandi distese di terreni brulli e poi ancora tramonti mozzafiato nel deserto. Ora, da Houston a Miami tornerà il verde e il percorso diventerà pianeggiante. E anche il clima sarà più mite”.

A supporto dell’iniziativa è attiva una raccolta fondi su GoFundMe; verrà tutto devoluto a Plastic Free, l’associazione italiana che dal 2019 si occupa tramite la propria rete di volontari della creazione di appuntamenti di clean up, salvataggio delle tartarughe marine, sensibilizzazione nelle scuole e trasformazione dei Comuni in Plastic Free. In particolare uno dei progetti scelti riguarderà la salvaguardia della riserva naturale del Mida Creek in Kenya grazie alla collaborazione con l’associazione Sasa Rafiki.

Grazie al supporto Plastic Free, la plastica viene raccolta dagli abitanti del luogo e portata in centri appositi per un corretto smaltimento, evitando così che venga bruciata o seppellita e sarà possibile continuare la raccolta dei rifiuti e dotare la popolazione locale di ceste per la raccolta, rafforzando la missione di sensibilizzazione.

Finora sono stati messi insieme oltre 1200 euro ma la raccolta continuerà fino al loro rientro in Italia che avverrà tra circa un mese.

2 Italians Across the US

Secondo il report presentato al Congresso americano, negli Usa si producono 42 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno. Come riporta Washington Post ogni persona in Usa produce circa 130 chili di rifiuti di plastica all’anno: nessuno al mondo ne produce di più.

Plastic Free, Kenya

Secondo Plastic Europe l’Italia è il secondo Paese consumatore di plastica in Europa: nel 2020 sono state consumate 5,9 milioni di tonnellate, corrispondenti a quasi 100 kg a persona e in base a dati ricavati dal report Valore Acqua 2021 siamo i più grandi consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia. Ogni giorno in Italia verrebbero utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica e dal resoconto Mare Plasticum di IUCN emerge che siamo il secondo Paese dopo l’Egitto per dispersione di plastica nel Mediterraneo.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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