L’Italia è un territorio fragile, lo dicono i numeri sul dissesto idrogeologico elaborati dall’ISPRA che da anni ci racconta attraverso le rilevazioni come il nostro territorio sia fortemente esposto a rischio frane ed alluvioni. In tale direzione si è espresso anche il Premier Giuseppe Conte, da Melfi, che in riferimento al forte maltempo che ha colpito l’Italia nei giorni scorsi, ha parlato del piano “Proteggi Italia” ricordando che sono stati stanziati “11 miliardi di euro” per il triennio 2019-2021. Di contro, è notizia di qualche giorno fa la pubblicazione da parte della Corte dei Conti del report che dimostra che negli anni 2016-2018 è stato utilizzato solo il 19.9% dei 100mln di euro del Fondo progettazione contro il dissesto (indagine sul Fondo progettazione contro il dissesto 2016-2018 pubblicata il 31 ottobre 2019). Il report evidenzia inoltre l’inadeguatezza delle procedure e la debolezza delle strutture attuative, l’assenza di adeguati controlli e monitoraggi, la mancata interoperabilità informativa tra Stato e Regioni, la necessità di revisione dei progetti approvati e/o delle procedure di gara ancora non espletate, la frammentazione e disomogeneità delle fonti dei dati sul dissesto, la difficoltà delle amministrazioni nazionali e locali di incardinare l’attività di tutela e prevenzione nelle funzioni ordinarie e il conseguente ricorso ripetuto alle gestioni commissariali. Questi fattori ci portano a concludere che è necessaria una pianificazione di progetti strutturati di mitigazione e adattamento in un contesto di continuità dei procedimenti tra una legislatura e l’altra e una chiara allocazione delle risorse.
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