È il giorno dedicato all’energia alla COP26 di Glasgow e più di 40 paesi hanno assunto un importante impegno per porre fine all’uso del carbone, uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra. Ma mancano i gran più Paesi inquinatori come Australia, Cina e Stati Uniti e l’accordo si limita al carbone.
Diverse grandi nazioni che utilizzano carbone si sono impegnate per la prima volta a eliminare gradualmente l’uso del combustibile fossile altamente inquinante o ad accelerare i piani esistenti per farlo, mentre altre hanno annunciato impegni per porre fine agli investimenti in nuove centrali elettriche a carbone.
Il governo britannico ha affermato che paesi come Polonia, Ucraina, Vietnam e Cile hanno indicato scadenze nuove o anticipate per porre fine all’uso del carbone.
La Polonia ad esempio è il secondo maggior utilizzatore di carbone in Europa dopo la Germania, che dovrebbe eliminarlo gradualmente già nel 2030. Sebbene il governo polacco avesse precedentemente concordato di porre fine all’uso del carbone entro il 2049, il nuovo impegno anticiperebbe questa scadenza di circa dieci anni. Anche l’Ucraina, al terzo posto in Europa, sta anticipando la scadenza dell’addio al carbone dal 2050 al 2035.
“Le emissioni di petrolio e gas superano già di gran lunga il carbone e sono in forte espansione, mentre il carbone sta già entrando in un declino terminale”. Ad affermarlo Murray Worthy del gruppo Global Witness. “Questo è un piccolo passo avanti ma ciò che serviva era un balzo da gigante“.
Secondo gli attivisti insomma questo accordo tra i leader mondiali e le imprese per eliminare gradualmente l’energia a carbone non è all’altezza” di ciò che è necessario per affrontare il ruolo di primo piano svolto dall’industria dei combustibili fossili nel causare la crisi climatica.
“Un accordo che affronta solo il carbone non risolve nemmeno la metà del problema: le emissioni di petrolio e gas già superano di gran lunga il carbone” ha affermato Worthy su Twitter.
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