Economia e Finanza

Un’altra grande banca smetterà di finanziare il carbone

Si tratta dell'australiana Westpac Banking Corp, che si unisce ad altre due delle quattro maggiori banche del paese

Un’altra grande banca australiana, la Westpac Banking Corp, ha deciso che smetterà di finanziare il settore del carbone termico (utilizzato per produrre energia elettrica e calore) entro il 2030. Si unisce alla Commonwealth Bank of Australia e alla National Australia Bank Ltd., che lasceranno il settore rispettivamente nel 2030 e nel 2035. Un’altra delle quattro grandi banche del paese, la Australia and New Zealand Banking Group Ltd., ha dichiarato di voler progressivamente diminuire i propri investimenti nel carbone, senza però fissare una data ufficiale di azzeramento degli stessi.

Westpac ha già ridotto i suoi finanziamenti al carbone termico e ha affermato che non finanzierà nuovi progetti nel settore. Continuerà invece a investire nel carbone metallurgico (utilizzato per produrre l’acciaio), supportando però iniziative volte a ridurre la dipendenza dell’industria dell’acciaio dal carbone stesso. La banca programma inoltre di investire ulteriori 3.5 miliardi di dollari australiani in soluzioni contro il cambiamento climatico nei prossimi tre anni.

“Continuiamo a sviluppare il nostro approccio alla finanza sostenibile, riconoscendo il ruolo che le istituzioni finanziarie possono giocare nella facilitazione della transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio”, si legge nel report Westpac.

 

 

 

Il carbone in Australia

L’Australia è il secondo esportatore al mondo di carbone termico. L’esportazione del carbone ha costituito nell’ultimo decennio un quarto dei ricavi annuali del paese dall’esportazione di risorse minerarie e il 14% dei ricavi da ogni tipo di esportazione. L’Australia genera tre quarti dell’elettricità bruciando carbone; questo combustibile costituisce il 40% del consumo totale di energia del paese. Insomma, l’economia e l’energia dell’Australia dipendono totalmente da questo combustibile.

La decisione delle banche australiane assume, in questo contesto, una grande importanza simbolica: l’Australia è infatti anche uno dei paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. Ad esempio, il cambiamento climatico ha reso le condizioni di rischio elevato che hanno portato al diffondersi degli incendi degli scorsi mesi almeno il 30% più probabili.

Sempre meno carbone

Anche nel resto del mondo si moltiplicano i disinvestimenti dal carbone: le banche giapponesi, tra i più grandi finanziatori di centrali a carbone, stanno, anche se più lentamente, riducendo i loro prestiti; la Svezia ha recentemente chiuso la sua ultima centrale a carbone; la Germania ha anticipato il proprio piano di dismissione delle stesse.

Non basta

È però la Cina il più grande produttore e consumatore di carbone termico al mondo, con il carbone ancora fonte del 57.7% dell’energia utilizzata dal paese nel 2019. È anche il più grande finanziatore del settore.

Finanziamenti bancari alle più grandi 30 compagnie di estrazione di carbone o di generazione di energia dal carbone nel 2018. Le banche cinesi stanno sostituendo le altre nel finanziamento del carbone. Fonte: Banking on Climate Change report, Bloomberg.

Purtroppo non sembra che la Cina abbia intenzione di ridurre la sua dipendenza da questa risorsa. Il direttore della Commissione Generale sull’Energia cinese, colui che determina la politica energetica del paese, ha recentemente dichiarato il bisogno di: “promuovere l’estrazione sicura e verde del carbone e lo sviluppo pulito ed efficiente di centrali a carbone”. 

Elisa Terenghi

Nata a Monza nel 1994, mi sono laureata in Fisica del Sistema Terra presso l’Università di Bologna nel marzo 2019, conseguendo anche l’Attestato di formazione di base di Meteorologo del WMO. Durante la tesi magistrale e un successivo periodo come ricercatrice, mi sono dedicata all’analisi dei meccanismi di fusione dei ghiacciai groenlandesi che interagiscono con l’oceano alla testa dei fiordi. Sono poi approdata a Meteo Expert, dove ho l’occasione di approfondire il rapporto fra il cambiamento climatico e la società, occupandomi di rischio climatico per le aziende.

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