Energia

I piani dei governi per i combustibili fossili ci allontanano dagli obiettivi climatici

La produzione di combustibili fossili pianificata dai governi del mondo supera di gran lunga il limite necessario a contrastare la crisi climatica

Da leader politici e multinazionali continuano ad arrivare nuove promesse per contrastare la crisi climatica, ma di piani concreti per ridurre la produzione e il consumo dei combustibili fossili se ne vedono ancora pochi.

Al contrario, abbiamo in programma di continuare a produrne una quantità che «supera di gran lunga» i limiti necessari a limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi, così come previsto dall’Accordo di Parigi, ed evitare i più catastrofici impatti della crisi climatica.

Il divario tra quanto si prevede di produrre nei prossimi anni e quello che sarebbe necessario fare per centrare gli obiettivi climatici. Crediti: UNEP – United Nations Environment Programme

L’allarme arriva da un rapporto del programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, che afferma che i governi non hanno ancora presentato piani per ridurre la produzione di combustibili fossili: il divario tra l’estrazione pianificata di carbone, petrolio, gas e i limiti climatici rimane ancora troppo grande, e rispetto ai dati del 2019 non si osserva nessun passo avanti.

Gli esperti hanno analizzato la situazione e le politiche dei 15 paesi che producono combustibili fossili: è emerso che Arabia Saudita, Australia, Canada, Cina e Stati Uniti prevedono di aumentare la produzione di petrolio e gas, mentre India e Russia puntano a una crescita della produzione di carbone. Sono il Regno Unito e l’Indonesia hanno in programma un calo della produzione di petrolio e gas.

Il rapporto delle Nazioni Unite denuncia che anche le politiche relative ai finanziamenti appaiono ben poco coerenti con gli impegni presi in relazione alla crisi climatica: i finanziamenti pubblici destinati ad attività legate ai combustibili fossili dall’inizio della pandemia di Covid-19 ammontano a oltre 300 miliardi di dollari e sono superiori a quelli dedicati a fonti pulite di energia.

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In una nota pubblicata dalle Nazioni Unite la reazione del Segretario Generale António Guterres, secondo cui «c’è ancora molta strada da fare per un futuro di energia pulita». «È urgente che tutti i  finanziatori pubblici e privati, comprese le banche commerciali e i gestori patrimoniali, trasferiscano i loro finanziamenti dal carbone alle energie rinnovabili per promuovere la piena decarbonizzazione del settore energetico e l’accesso alle energie rinnovabili per tutti», ha avvertito.

La Direttrice Esecutiva dell’UNEP, ha detto che «c’è ancora tempo per limitare il riscaldamento a lungo termine a 1,5°C, ma questa finestra di opportunità si sta chiudendo rapidamente».  Andersen ha sottolineato che sarà necessario fare passi avanti alla COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima che si svolgerà a Glasgow a novembre, «adottando misure rapide e immediate per colmare il divario nella produzione di combustibili fossili e garantire una transizione giusta ed equa».

A questo link il rapporto integrale.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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