Grande quanto una scatola di scarpe, il primo mini satellite anti – incendi è stato progettato, non a caso, in un’Università in Australia. Il continente è appena uscito dall’estate più calda degli ultimi 110 anni, segnata da una stagione degli incendi senza precedenti che ha ucciso almeno 28 persone, distrutto migliaia di case e provocato la morte di circa un miliardo di animali.
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Il satellite anti-incendi è stato sviluppato dall’Australian National University di Canberra ed è il primo nel suo genere: grazie a rilevatori a raggi infrarossi potrà misurare la copertura boschiva del terreno e i livelli di umidità, fornendo dati importantissimi per localizzare le zone più esposte al rischio incendi e quelle in cui i roghi potrebbero essere particolarmente difficili da contenere.
La responsabile del progetto Marta Yebra, scienziata specializzata nel rilevamento a distanza delle proprietà biofisiche della vegetazione, ha spiegato sul sito dell’Università che questa tecnologia «sarà specificamente calibrata per individuare cambiamenti nelle piante e negli alberi come gli eucalipti, che sono altamente infiammabili». Grazie a questo satellite sarà possibile fare ricorso «a focolai mirati e controllati che potranno ridurre in seguito la frequenza e la gravità degli incendi, oltre al loro impatto di lungo termine sulla popolazione, l’ambiente e l’economia».
I tempi perché il satellite sia pienamente operativo, purtroppo, sono piuttosto lunghi: dovrà essere lanciato in un’orbita terrestre bassa con l’obiettivo di condividere i dati con le strutture anti-incendio e con i vigili del fuoco. Secondo il programma, per il primo lancio dovremo attendere circa cinque anni.
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