Il Parlamento UE ha appena votato contro l’espansione dello scambio di quote di emissione (ETS) in Europa, con trasferimento al settore dei trasporti e agli edifici nell’ambito del pacchetto di misure Fit for 55. Le opzioni, ha spiegato in una brevissima conferenza stampa Pascal Canfin, presidente della Commissione ENVI sul Fit for 55, erano iniziare il phase-out delle free allocations (assegnazioni libere delle quote ETS) nel 2025 e concludere nel 2030 (proposta respinta), iniziare nel 2026 e finire nel 2032 (respinta), oppure iniziare nel 2028 e finire nel 2034. Quest’ultima proposta però non ha passato il voto finale.
Attualmente sono soggette all’ETS (Emissions Trading System) solo 11 mila industrie e centrali energetiche molto inquinanti, e con il nuovo piano per il clima il Sistema dovrebbe arrivare a coprire praticamente tutte le emissioni dell’Europa. In sostanza si tratta di una misura che costringe le centrali elettriche e l’industria ad acquistare permessi per emettere gas serra dannosi, come la CO2.
Il pacchetto Fit for 55 interessa industria, energia, automobili, treni, aerei, navi, riscaldamento, agricoltura, immobili, rifiuti, importazioni dal resto del mondo, e dovrebbe permettere all’Europa di tagliare le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
La maggioranza dei parlamentari, oggi chiamata al voto, ha però respinto la proposta: la legge è stata rinviata alla commissione Ambiente per trovare un nuovo compromesso che possa essere sostenuto dalla maggioranza. Senza un accordo su questo tema – ha spiegato Canfin – non è possibile procedere con le altre tematiche del pacchetto Fit for 55, che non sarebbero coerenti tra loro.
I verdi e socialisti hanno respinto la proposta sugli ETS dopo che i voti iniziali hanno indicato che il parlamento avrebbe indebolito la sua ambizione rispetto a una posizione precedente. Anche gruppi di destra tra cui i conservatori e i riformisti si sono opposti, nonostante abbiano accettato di sostenere alcuni compromessi prima del voto. “Una situazione inattesa – spiega Canfin – ma ce la faremo”. Ma affiché le leggi nel pacchetto entrino effettivamente in vigore, sia il Parlamento che i paesi dell’UE devono essere d’accordo. “Potremo trovare l’accordo questo pomeriggio ma anche tra un mese, le tempistiche sono incerte“, ha detto Canfin.
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