L’allarme arriva da Greenpeace Russia, che ha denunciato il disastro ambientale in atto nelle acque della Kamchatka. Le immagini che arrivano dalla penisola sono raccapriccianti: in alcune zone le spiagge sono state ricoperte dai resti di animali marini.
Secondo quanto riferito finora dagli attivisti, la fonte dell’inquinamento è ancora ignota. Quello che al momento appare certo, è che ci troviamo di fronte a un disastro ambientale di proporzioni estremamente preoccupanti. «L’oceano nella regione della Kamchatka è stato inquinato in circostanze non ancora chiare – denuncia Greenpeace Russia -: le spiagge erano ricoperte di animali marini morti portati a riva dalla corrente e l’acqua ha cambiato colore e densità».
Gli attivisti hanno osservato «in vari punti una schiuma giallastra sulla superficie del mare. E, oltre a ciò, l’acqua stessa era opaca».
Un cambiamento nell’acqua è stato confermato dalle immagini satellitari, condivise anche dalla stessa Greenpeace, che ha provato a ricostruire le tempistiche del disastro ambientale.
Una foto dell’8 settembre mostra una prima formazione di strisce fangose vicino alla foce del fiume Nalycheva. Probabilmente erano dovute a una forte fase di maltempo, ma non è possibile escludere che sostanze pericolose abbiano raggiunto l’oceano proprio dal fiume. In quei giorni – afferma Greenpeace Russia – alcuni surfisti hanno riportato sintomi di avvelenamento».
Le macchie nell’acqua diventano più visibili dai satelliti tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Al 2 ottobre risale la macabra scoperta del numero enorme di animali morti trasportati sulle rive dalle onde, e il 5 ottobre gli attivisti dell’associazione hanno documentato la presenza di «una grande quantità di schiuma nell’acqua».
Dalle prime verifiche è emerso che «l’acqua conteneva una quantità di prodotti petroliferi quattro volte superiore ai limiti massimi consentiti – afferma Vasily Yablokov di Greenpeace Russia – e il fenolo in concentrazione 2,5 volte più alta rispetto ai limiti».
Anche se serviranno altre analisi e indagini per accertare la causa del disastro ambientale, al momento l’ipotesi che appare più probabile è che l’origine sia una discarica di pesticidi chimici che si trova sulla riva del fiume Nalycheva.
Greenpeace Russia ha messo in guardia anche dai rischi corsi dai vulcani della Kamchatka, patrimonio dell’Umanità, verso cui si sta lentamente muovendo l’inquinamento.
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