Per evitare nuove pandemie dobbiamo proteggere l’ambiente. Lo dice uno studio pubblicato proprio in questi giorni su Ipbes (The Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). Ipbes è un organo intergovernativo nato per proteggere la biodiversità. Istituito a Panama City nel 2012, Ipbes collabora con le Nazioni Unite. Il legame tra salvaguardia della natura e diffusione delle pandemie è molto stretto. Secondo lo studio, esiste una sola specie responsabile della pandemia di COVID-19. Quella umana. Le recenti pandemie sono una diretta conseguenza dell’attività dell’uomo. Colpa, soprattutto, di un’economia globale che premia soltanto la crescita. A qualunque prezzo. Per evitare devastazioni future, abbiamo solo poche possibilità oggi.
Malattie come Covid-19 sono causate da microrganismi che infettano i nostri corpi. Oltre il 70% di tutte le attuali malattie che colpiscono l’uomo hanno avuto origine da animali selvatici e domestici. Il tutto è stato determinato da una “tempesta perfetta”. Ossia, dalla concomitanza tra: deforestazione dilagante, l’espansione incontrollata dell’agricoltura, colture intensive, sviluppo di miniere e infrastrutture, sfruttamento di specie selvatiche. Tutti fattori che hanno consentito la diffusione incontrollata di malattie dagli animali alle persone. Le nostre azioni hanno avuto un impatto significativo su oltre tre quarti della superficie terrestre. Distrutte oltre l’85% delle zone umide, tre quarti dell’acqua dolce disponibile sono stati impiegati per le colture e l’allevamento di bestiame. Se a ciò si aggiunge il commercio illegale di animali selvatici e l’aumento esponenziale di viaggi intercontinentali, il gioco è fatto. Questo “mix letale” ha fatto infettare 3 milioni di persone, provocato sofferenze indicibili e fermato l’economia di tutto il mondo.
E questo potrebbe essere solo l’inizio. Le malattie trasferite da animale a uomo causano già circa 700.000 morti ogni anno. La diffusione di nuove pandemie, in un contesto come quello attuale, è probabilissima.
Si ritiene che esistano ancora 1,7 milioni di virus. Si tratterebbe di virus in grado infettare le persone a partire da mammiferi e uccelli acquatici. Ognuno di questi potrebbe essere il prossimo “Disease X”, potenzialmente ancora più dirompente e letale rispetto a Covid-19. Le responsabilità umane sono dunque inconfutabili.
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Già da tempo, d’altra parte, si stanno effettuando studi su un altro fenomeno causato dall’uomo e strettamente legato al coronavirus: l’inquinamento. Ecco, dunque, che salvaguardare l’ambiente diventa non soltanto importante. Diventa imprescindibile. Pena un disastro inimmaginabile per l’intera umanità.
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