I cambiamenti climatici hanno molti effetti catastrofici, che hanno già dimostrato di poter mettere a repentaglio la nostra stessa sicurezza. Ma tra le vittime ci sono anche piante e animali, la cui sopravvivenza è minacciata da eventi meteo sempre più estremi come alluvioni, incendi, ondate di caldo: sicuramente una buona parte di noi ha ancora indelebili nella mente le immagini raccapriccianti degli animali rimasti uccisi nei recenti incendi in Sardegna.
Dopo l’intensa ondata di caldo che ha colpito il Nord America alla fine di giugno gli scienziati hanno provato a quantificare i danni e hanno scoperto che, solo nell’oceano, sono morte più di un miliardo di creature.
Il biologo marino Christopher Harley, della British Columbia University, è andato in spiaggia con un team di ricercatori dopo soli tre giorni di caldo: l’intenzione era quella di misurare la temperatura corporea delle cozze, ma una volta raggiunto il mare gli scienziati si sono trovati di fronte a uno scenario decisamente più macabro del previsto. Gli animali erano tutti morti. «Stavamo camminando su un tappeto di cozze morte», ha raccontato Harley, ricordando un «odore putrido di decomposizione». L’ondata di caldo estremo generata dai cambiamenti climatici ha letteralmente cotto le cozze, che giacevano aperte lungo la costa, ma anche le alghe e molti animali: anche le stelle marine che non sono riuscite a raggiungere punti più freschi e ombreggiati sono state cotte vive.
Si stima che siano più di un miliardo le creature marine che sono morte per l’ondata di caldo che ha colpito questa zona del Pacifico, in particolare quelle che vivevano in acque poco profonde. E l’evento catastrofico, che si è verificato più di un mese fa, secondo gli scienziati avrà conseguenze a lungo termine, per un effetto a cascata che la strage di giugno avrà sull’ecosistema e sugli animali il cui sostentamento dipende da quelli che non sono sopravvissuti al caldo.
L’ondata di calore che ha colpito i settori occidentali di USA e Canada ha avuto effetti devastanti anche sulle vite umane, con centinaia di morti e incendi senza precedenti. Gli scienziati hanno pochi dubbi sulle responsabilità dei cambiamenti climatici causati dall’uomo in questa catastrofe, e hanno detto chiaramente che senza di loro un’ondata di caldo così intensa sarebbe stata «praticamente impossibile».
Caldo eccezionale tra USA e Canada, l’allarme della scienza: «Ogni 5-10 anni entro il 2040» |
Adesso le preoccupazioni maggiori sono legate al futuro: quello che si è verificato quest’estate è stato un evento senza precedenti, ma è ormai assodato che man mano che le temperature globali aumenteranno fenomeni estremi come questo diventeranno sempre più intensi e frequenti. Con i cambiamenti climatici, ondate di calore simili potrebbero diventare normali nel giro di 30 anni.
Le conseguenze si profilano disastrose, per la nostra salute e per l’economia, per la biodiversità e gli ecosistemi.
Ancora una volta l’allarme suona forte e chiaro: non c’è più tempo, bisogna agire in modo deciso e concreto per il clima.
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