Gli scienziati hanno scoperto che la crisi climatica è probabilmente destinata a rendere più frequenti i cosiddetti incendi zombie.
Gli incendi zombi sono i residui dei roghi che si sviluppano in estate, e che mentre sembrano ormai estinti in realtà sopravvivono nelle nevi dell’inverno e riprendono a bruciare in modo più evidente durante la primavera successiva. Di solito si osservano nel terreno torboso dell’estremo emisfero settentrionale, l’area in cui il clima sta cambiando più velocemente rispetto a qualsiasi altro luogo del pianeta.
Gli scienziati che hanno studiato il fenomeno hanno scoperto che il rischio di incendi zombie è legato al calore delle estati: più sono caldi i mesi estivi, più è probabile che il terreno continui a bruciare durante l’inverno. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature, e suggeriscono che in futuro, man mano che il clima diverrà più caldo, il territorio diventerà sempre più secco e gli incendi estivi si dimostreranno sempre più feroci.
Normalmente gli incendi vengono innescati da fulmini o dagli esseri umani, ma adesso – sottolineano i ricercatori – sappiamo che se un rogo si sviluppa vicino ai segni delle fiamme dell’anno precedente, allora si tratta di un incendio che è sopravvissuto durante l’inverno, nel terreno.
Secondo lo studio è soprattutto il clima dell’estate a influenzare la probabilità di incendi zombie: per sopravvivere all’inverno devono essere particolarmente intensi e profondi, con una temperatura molto elevata. Sembra che se un incendio ha le caratteristiche necessarie a protrarsi durante i mesi invernali la quantità di pioggia e di neve che cade in questo periodo sia irrilevante, affermano i ricercatori.
Citato dal Guardian, il ricercatore Sander Veraverbeke, coautore dello studio, ha affermato che «il semplice fatto che questo stia accadendo è già abbastanza folle, e mostra quanto velocemente questa regione stia cambiando a causa del cambiamento climatico».
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