Lanciata nel 2018, la sonda BepiColombo nel 2021 effettuerà un nuovo passaggio ravvicinato di Venere e il primo in assoluto di Mercurio. Il nome “BepiColombo” è stato assegnato in onore del matematico e ingegnere italiano Giuseppe (Bepi) Colombo, vissuto tra il 1920 e il 1984.
Il primo sorvolo di Venere è avvenuto il 15 ottobre 2020, quando la sonda ha raggiunto una distanza minima dalla superficie del pianeta di circa 10.720 km. Il prossimo sorvolo del pianeta Venere è previsto per il 10 agosto 2021 alle 13:57 UTC (orario che andrà confermato). Questo secondo flyby sarà molto più vicino del precedente: la sonda, infatti, si avvicinerà fino a circa 550 chilometri dalla superficie del pianeta. La maggiore vicinanza a Venere permetterà agli scienziati di osservare con maggiore dettaglio il pianeta e quindi di studiare più approfonditamente la sua atmosfera, ionosfera e magnetosfera indotta.
La sonda della missione ESA-JAXA BepiColombo ha però come obiettivo l’ingresso nell’orbita di Mercurio che avverrà nel 2025, dopo 6 sorvoli (o flyby) del pianeta. Il primo flyby avverrà il 2 ottobre 2021 a cui seguiranno i sorvoli di giugno 2022 e 2023, settembre e dicembre 2024 e gennaio 2025.
Non è la prima volta che una sonda sorvola la superficie di Mercurio: il primo è stato il Mariner 10 nel 1974, seguito dal Messenger nel 2008. Nel 2021 la sonda si avvicinerà molto al pianeta roccioso più piccolo e meno esplorato del nostro sistema solare, sorvolandolo a soli 200 chilometri dalla superficie.
A fine 2025 il veicolo spaziale si separerà e i due moduli che si inseriranno nelle loro orbite intorno al pianeta. Entrambi i moduli orbitanti raccoglieranno un enorme quantità di dati durante la missione che avrà la durata di un anno, con una possibile estensione di un ulteriore anno.
Molti gli interrogativi che gli scienziati sperano di risolvere con questa missione: tra questi c’è il processo di formazione del Pianeta, la natura del ghiaccio presente in superficie, la sua attività o inattività geologica e la presenza di un debole campo magnetico. Sì perché Mercurio è l’unico pianeta roccioso del sistema solare – insieme alla Terra – ad avere un campo magnetico non indotto, sebbene abbia un’intensità dell’1% di quello terrestre.
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