I Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026 iniziano a prendere forma. La buona notizia è che la sostenibilità sarà il segno distintivo del Villaggio Olimpico. Il progetto, Sviluppato da COIMA SGR e dai suoi partner in collaborazione con Fondazione Milano-Cortina, Comune di Milano e Regione Lombardia, trasformerà il quartiere di Porta Romana in una comunità urbana sostenibile, offrendo un nuovo modello per gli impianti olimpici. Grazie a innovative caratteristiche di sostenibilità, il villaggio mirerà al minimo impatto ambientale in conformità con i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building).
Il Villaggio Olimpico prima di tutto è progettato per integrarsi al meglio nel tessuto urbano della città di Milano, con un insieme di verde pubblico, la trasformazione di due strutture storiche e sei nuovi edifici residenziali per gli atleti olimpici. A Giochi invernali finiti, le case degli atleti diventeranno case per studenti. Gli edifici lato parco e ferrovia vicino alla Piazza Olimpica saranno utilizzati per alloggi a prezzi accessibili; e l’Olympic Village Plaza diventerà una piazza di quartiere, con negozi, bar, ristoranti e caffè pianificati a livello della strada, insieme a spazi all’aperto per i mercati degli agricoltori e altri eventi della comunità. «Piuttosto che cessare di essere utile dopo le Olimpiadi, il Villaggio Olimpico di Porta Romana diventerà alla fine un quartiere vivace e autosufficiente costruito attorno ai principi di equità sociale, impegno ambientale, benessere e inclusività», ha affermato Colin Koop, partner di SOM Design.
Il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026 è progettato nello stile di una comunità sostenibile e intelligente, senza dimenticare lo stile architettonico della città. I nuovi edifici saranno infatti costruiti sullo stile degli edifici storici di Milano, con materiali sorprendenti e contemporanei e spettacolari terrazze comuni che fungeranno anche da ponti tra gli edifici, diventando spazi di raccolta distintivi e aule studio all’aperto per studenti. Il verde all’interno delle aree contribuirà alla resilienza climatica del quartiere, creando anche lo spazio per fattorie urbane che consentano la produzione alimentare in loco.
Oltre il 30% dell’energia utilizzata proverrà da fonti rinnovabili, attraverso strategie di raffreddamento passivo, pannelli solari e giardini pensili. L’acqua piovana sarà raccolta in loco e riutilizzata, con una riduzione dell’uso di acqua potabile di oltre il 50% e una riduzione di CO2 del 40% per riscaldamento e raffrescamento. Inoltre, i nuovi edifici massimizzano l’uso di materiali sostenibili, dalla struttura in legno massiccio degli edifici residenziali ai materiali per facciate a basso contenuto di carbonio.
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