«Il principale cambiamento che dovremo vivere a Milano sarà quello relativo all’ambiente»: va dritto al punto il sindaco Beppe Sala, che a questo tema ha dedicato il video che domenica, come ogni giorno, ha pubblicato sui propri canali social.
Sala ha infatti parlato della ripartenza di Milano dopo la crisi generata dal Coronavirus e interrogandosi su come cambierà la città ha assicurato che la tematica dell’ambiente sarà centrale. Impossibile non riflettere su cosa succederà nel lungo termine, ha detto il sindaco: «che Milano vogliamo nel futuro?».
«Vorrei dichiarare senza mezzi termini che credo che il principale cambiamento che dovremo vivere a Milano sarà quello relativo all’ambiente», ha sottolineato il sindaco: «dobbiamo credere in una vera trasformazione ambientale» . E ha proseguito così il suo discorso:
Ci sono tanti motivi, ma ve ne cito tre.
Il primo: perché lo vogliono i nostri figli, perché lo vogliono i giovani, e loro sono coloro che pagheranno maggiormente il prezzo di questa crisi per il debito che lasceremo loro.
Il secondo motivo: è il momento, perché i finanziamenti dall’Europa, dal Governo, i finanziamenti pubblici e privati andranno lì, sull’ambiente. E quindi sui sistemi di mobilità – poi se volete riduciamo al tema delle piste ciclabili, ma è molto di più -, sull’efficientamento energetico, sul fatto di non muoversi, di muoversi di meno e di utilizzare lo smart working. È il momento.
E infine il terzo motivo. Io sono un osservatore di ciò che succede nel mondo, parlo tanto con gli altri sindaci, e ve lo garantisco: le grandi città del mondo vanno lì.
Vi faccio alcuni esempi: a Londra si è creata una grande area car free e, detto in parole povere, a Londra entrare in macchina è costosissimo (18 sterline, quindi 20 euro), quindi è disincentivato il traffico con auto private. A Barcellona c’è un progetto molto interessante, si chiama super-isolati: interi isolati che diventano pedonali per far vivere ai cittadini il proprio quartiere. A Parigi molte piste ciclabili, ma soprattutto l’idea della città in 15 minuti. Cioè in 15 minuti, a piedi o in bicicletta, devi raggiungere tutto quello che ti serve. E a Los Angeles l’idea delle slow streets, cioè quella di rallentare il traffico. Addirittura i cittadini di una via, mettendosi d’accordo, possono fare una petizione online per chiedere che la loro via diventi una slow street. Ma lì stanno andando Berlino, Madrid, Buenos Aires, New York, Tel Aviv… tutte le grandi città del mondo.
Ora, io ho cominciato la mia carriera politica avendo in testa due idee forti, due credo. Il primo: credo nella crescita associata alla solidarietà, non credo nella decrescita felice, per così dire. Bisogna crescere, ma crescere con lo scopo di essere solidali con chi è in difficoltà. Il secondo: credo in una città aperta e internazionale. Credo che questo sia il destino di Milano, credo che Milano debba sfuggire a un’idea provinciale e chiusa, e debba essere considerata a tutti gli effetti una grande città internazionale.
In questa direzione si sta già muovendo l’amministrazione meneghina, che ha dato il via ai lavori per realizzare nuove piste ciclabili. Anche in Milano 2020, un documento aperto al contributo dei cittadini e dedicato alle strategie di adattamento da mettere in atto dopo l’emergenza Coronavirus, quella dell’ambiente appare come una tematica rilevante.
La fase 2 deve essere utilizzata «per preservare la parte positiva del nostro modello di sviluppo – si legge nel documento – riservando particolare attenzione a integrarla con una vera svolta ambientale».
Una sezione del documento è destinata alle strategie relative alla sostenibilità, ed elenca i seguenti punti:
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