All’Arsenale di Venezia proseguono i lavori del G20, e nel primo summit in presenza dall’inizio della pandemia il clima si sta rivelando uno dei temi chiave.
In particolare, in questi giorni a Venezia si sono riuniti i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei paesi più ricchi del mondo, che naturalmente hanno parlato molto della pandemia e della ripresa economica ma senza tralasciare la crisi climatica, in un G20 che ha come pilastri proprio il focus su “Persone, Pianeta, Prosperità”.
«Il cambiamento climatico è una grave minaccia», sottolinea una nota dello stesso G20, secondo cui «è necessaria un’azione collettiva urgente per ridurre le emissioni di gas serra con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo».
Tra le tematiche più importanti spicca la discussione sulla cosiddetta carbon tax, ovvero la tassazione delle imprese relativa alle emissioni di anidride carbonica. Su questo punto, in particolare, il summit che si è svolto a Venezia ha portato una svolta che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella lotta alla crisi climatica: per la prima volta è stato riconosciuto ufficialmente che la carbon tax è un potenziale strumento per affrontare il cambiamento climatico, muovendo quindi un passo importante verso il coordinamento delle politiche volte alla riduzione delle emissioni.
Un comunicato pubblicato dopo la riunione dei ministri delle Finanze del G20 e i governatori delle banche centrali ha infatti inserito ufficialmente una menzione del carbon pricing tra il «mix di strumenti per ridurre le emissioni di gas serra e conseguire gli obiettivi climatici».
I Ministri hanno ribadito che il raggiungimento dell’obiettivo comune di neutralità climatica entro la metà del secolo è prioritario e che la politica fiscale può contribuire a raggiungere questo obiettivo in modo efficace e inclusivo. Il ministro italiano Daniele Franco ha sottolineato che «un approccio multilaterale alla politica fiscale e al cambiamento climatico è la chiave per affrontare con successo questa sfida globale». Al contrario, la Segretaria di Stato USA al Tesoro Janet Yellen ha avvertito che la lotta al cambiamento climatico richiederà «grandi investimenti» e «scelte politiche difficili».
Come ha riportato Reuters, anche il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha evidenziato che questa «è la prima volta che in un comunicato del G20 si possono introdurre queste due parole, carbon pricing, come strumento per la lotta al cambiamento climatico».
La spinta principale verso l’azione climatica è arrivata dall’Europa, ma molti osservatori hanno sottolineato che un passo avanti di questo tipo sarebbe stato impossibile quando alla guida degli Stati Uniti c’era Donald Trump, la cui amministrazione si è regolarmente opposta anche alla sola menzione della crisi climatica come rischio globale in dichiarazioni di questo stampo.
Mentre scriviamo, domenica 11 luglio, a Venezia è in corso la Conferenza Internazionale sul Cambiamento Climatico del G20.
Ad aprire i lavori il Ministro dell’Economia Daniele Franco, che secondo quanto riferito oggi dall’ANSA ha detto che «per raggiungere davvero l’obiettivo di emissioni nette zero servono azioni immediate e concrete».
Parlando dell’impatto della crisi climatica Franco ha sottolineato come questo sia ben rappresentato dalla bellezza vulnerabile di Venezia, e ha detto che bisogna affrontare quella che è «una minaccia alle persone, al pianeta e alla prosperità», in grado di generare shock e rischi per la stabilità finanziaria.
«Possiamo guidare la ripresa e prendere misure decise per sostenere una transizione giusta», ha detto il ministro, in cui «nessuno è lasciato indietro».
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