Saranno le future generazioni a pagare il prezzo più alto della crisi climatica. Questa presa di coscienza sta portando molte persone a considerare il cambiamento climatico come un elemento da tenere in considerazione nelle scelte che riguardano il presente e non più solo il futuro. Un’indagine ha preso in considerazione una delle scelte considerabili tra le più importanti nella vita di un individuo, ovvero quella di decidere se avere figli o non averne. Il primo studio empirico Eco-reproductive concerns in the age of climate change, si basa su un’indagine quantitativa e qualitativa su un campione di 607 americani di età compresa tra i 27 e i 45 anni.
Il 96,5% degli intervistati si è dichiarato “molto” o “estremamente preoccupato” per il benessere dei propri figli esistenti, attesi o ipotetici in un mondo in cui dovranno affrontare una crisi climatica. Gli intervistati più giovani sono i più preoccupati per gli impatti che il cambiamento climatico potrebbe avere sulle vite dei loro figli rispetto agli intervistati più anziani, segno di una crescente preoccupazione per gli impatti del cambiamento climatico nelle generazioni più giovani.
Una percentuale minore, pari al 59,8% degli intervistati ha dichiarato di essere “molto” o “estremamente preoccupato” per l’impronta di carbonio che verrebbe emessa da nuovi individui.
Lo studio ha indicato che le paure legate crisi climatica per i futuri figli, sono radicate in una visione del futuro profondamente pessimistica. Dei 400 intervistati che hanno dato indicazione della propria visione del futuro, il 92,3% è negativo, il 5,6% neutro e solo lo 0,6% positivo.
Oltre alla preoccupazione sul futuro che lasceremmo a dei potenziali figli, cresce l’ansia correlata alle problematiche ambientali ed ecologiche, soprattutto tra bambini e adolescenti. A Settembre 2020, l’NHS (il sistema sanitario nazionale del Regno Unito) ha sottoposto un questionario a psichiatri infantili e adolescenziali, chiedendo se nell’ultimo anno avessero visto pazienti che angosciati per questioni ambientali ed ecologiche. Tra gli psichiatri infantili e adolescenziali in Inghilterra, il 57,3% (47 degli 82 che hanno risposto) ha risposto affermativamente. Questo risultato è maggiore di quasi 10 punti rispetto agli intervistati che trattano pazienti di tutte le fasce d’età (47,9%).
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