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Anziani e case di riposo, esposti anche al clima che cambia. Come proteggere la popolazione vulnerabile

Posto il legame indissolubile tra salute e condizioni ambientali, emergono prospettive preoccupanti per la salute della popolazione più anziana in relazione alle condizioni climatiche

In situazioni di crisi, ciascun individuo è potenzialmente esposto ad un rischio, ma a seconda della sua capacità di reazione e adattamento, può essere classificato come soggetto più o meno vulnerabile. 

La crisi sanitaria ha portato molte riflessioni su una categoria particolarmente esposta ai rischi per la salute: gli anziani. I riflettori si sono accesi, anche per sconcertanti fatti di cronaca, sulla gestione delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), sulle case di riposo e, più in generale, sulle condizioni di vita della fascia di popolazione più anziana e quindi, più vulnerabile. 

Posto il legame indissolubile tra salute e condizioni ambientali, emergono prospettive preoccupanti per la salute della popolazione più anziana in relazione alle condizioni climatiche. Come si legge all’interno del briefing del Parlamento Europeo Impacts of climate change and air pollution on the health of the EU population, un decesso su otto, nell’Unione europea, è attribuibile a fattori ambientali. 

In Europa (ma non solo, Il caldo negli Stati Uniti uccide più di uragani, alluvioni e tornado.ndrle ondate di calore sono uno dei fenomeni che tendono a diventare sempre più estremi e frequenti, esponendo a condizioni di rischio per la salute anziani, individui con patologie pregresse, bambini e comunità che vivono in condizioni svantaggiate. 

La popolazione europea è particolarmente esposta al rischio anche a causa dell’elevata percentuale di anziani che vivono nelle aree urbane. Le aree urbane sono infatti più colpite dall’aumento della temperatura rispetto alle aree rurali circostanti a causa del fenomeno delle isole di calore. 

Le proiezioni demografiche stimano che le persone di età pari o superiore ai 65 anni rappresenteranno il 31% della popolazione dell’Unione Europea entro il 2100, di cui quasi la metà avrà più di 80 anni. 

Un’indagine di mercato condotta in undici paesi dell’Unione Europea afferma che la domanda di alloggi come case di riposo e alloggi per anziani per permanenze a medio-lungo termine ha una crescita media del 5,5% all’anno e che 1 anziano su 3 prende in considerazione l’idea di trasferirsi in una casa di riposo.  

Si stima dunque che con l’invecchiamento della popolazione europea, la domanda di alloggi in case di riposo aumenterà, parallelamente all’aumento e all’intensità delle ondate di calore.

Di fronte a queste proiezioni, è chiara la necessita di agire su due fronti: da un lato con azioni di mitigazione del cambiamento climatico volte a contenere l’aumento delle temperature e dall’altro con azioni di adattamento, in primis, di rinnovo del patrimonio edilizio comprendete le case di riposo e le residenze per anziani. La maggior parte del patrimonio edilizio dell’UE è stato costruito prima del 1980, il 35% degli edifici esistenti ha più di 50 anni, il 75% del parco immobiliare è oggi inefficiente dal punto di vista energetico.

Uno studio mostra che ad una temperatura ambientale superiore ai 26 °C è associato un aumento del rischio di mortalità per i residenti in case di riposo. La percentuale aumenta con l’aumentare della temperatura, fino ad un +62% con una temperatura superiore ai 34 °C.  

Una ricerca sugli alloggi di edifici in paesi aventi un clima mediterraneo, mostra che l’aumento dell’isolamento termico e la riduzione delle infiltrazioni hanno l’effetto maggiore sulla riduzione della domanda energetica totale.

Rinnovare questi edifici dunque, contribuirebbe anche al raggiungimento di uno degli obiettivi della direttiva sul rendimento energetico dell’edilizia dell’Unione europea. L’unione è infatti impegnata a sviluppare un siesta energetico sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato entro il 2050. Per raggiungere tale obiettivo, gli Stati membri e gli investitori necessitano di misure che mirino a raggiungere l’obiettivo a lungo termine della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e che decarbonizzino il patrimonio edilizio.

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Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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