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Gli “incendi zombie” minacciano l’Artico: rischio di nuovi devastanti roghi?

Il Copernicus Atmosphere Monitoring Service teme che si tratti dei resti degli incendi senza precedenti dell'estate 2019

Gli “incendi zombie” minacciano l’Artico. Gli scienziati del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), stanno tenendo d’occhio l’attività nel circolo polare artico mentre i satelliti hanno iniziato a rilevare incendi attivi.

Il timore degli studiosi è che si tratti dei cosiddetti incendi zombie, vale a dire i resti dei tremendi incendi che l’anno scorso hanno devastato la regione artica e che non si sarebbero mai completamente sopiti, nemmeno durante la stagione invernale. Il rischio che gli incendi possano riprendere vita è aggravato dal caldo anomalo che ha caratterizzato la primavera artica.

Le possibili conseguenze degli incendi zombie nell’Artico

«Abbiamo visto osservazioni satellitari di incendi attivi che suggeriscono che gli incendi “zombie” potrebbero essersi riaccesi, ma non è stato confermato dalle misurazioni del terreno», ha affermato Mark Parrington, scienziato di Copernicus.

«Le anomalie – prosegue – sono abbastanza diffuse nelle aree che bruciavano l’estate scorsa. Se questo è il caso, potremmo vedere un effetto cumulativo della stagione degli incendi dell’anno scorso nell’Artico che alimenterà la stagione imminente e potrebbe portare a incendi su larga scala e a lungo termine nella stessa regione».

Credits: atmosphere.copernicus.eu

Il rischio che gli incendi zombie abbiano ripreso vita è motivo di preoccupazione. È stato infatti stimato che i roghi senza precedenti del 2019 nell’Artico abbiano prodotto l’emissione di circa 50 megatonnellate di anidride carbonica nel solo mese di giugno. Vale a dire l’equivalente delle emissioni annue totali della Svezia.

Osservazione degli incendi in altre parti del mondo: sud-est asiatico nella media

Gli scienziati del CAMS hanno inoltre monitorato l’attività degli incendi in altre parti del mondo durante la stagione del fuoco tropicale dell’emisfero settentrionale, recentemente terminata. I risultati hanno evidenziato che le emissioni per la regione dei Caraibi, inclusi paesi come Belize, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e la penisola dello Yucatan in Messico, erano ben al di sopra della media 2003-2019

Nel sud-est asiatico, tra cui Cambogia, Laos, Malesia e Myanmar, le emissioni e l’intensità degli incendi sono invece risultate più vicine alla media. In Thailandia e Vietnam addirittura inferiori alla media.

Credits: atmosphere.copernicus.eu
Redazione

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