L’emergenza del Coronavirus ha obbligato Milano e i milanesi, come tutti gli italiani e ormai buona parte del mondo occidentale, a fermarsi. I viaggi sono stati ridotti al minimo e le attività industriali sono state limitate, mentre chi può lavora da casa: da ormai tre settimane il Coronavirus ha messo in stand by la routine dei cittadini di Milano, e questa drammatica situazione ha avuto subito effetti evidenti sulla qualità dell’aria che si respira in città.
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Mentre gli altissimi livelli di inquinamento hanno rappresentato una grave criticità nel mese di gennaio e per buona parte di febbraio, la concentrazione di polveri sottili nell’aria è letteralmente crollata nell’ultimo periodo.
I grafici ci mostrano i dati registrati a Milano da alcune delle centraline Arpa: il livello del PM10 non raggiunge la soglia limite, fissata dalla norma a 50 µg/m³, da tre settimane.
In questo momento così difficile l’auspicio è naturalmente quello di tornare al più presto alla normalità; ma la speranza è anche che, quando ci saremo lasciati alle spalle la crisi, questi dati ci aiutino a riflettere su quanto sia pesante l’impatto delle nostre azioni sulla salute del Pianeta, quindi anche la nostra, e ad agire di conseguenza.
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