Se ne parla da anni, e da anni è al centro di numerosissime polemiche e proteste, ma quello delle Grandi Navi nella laguna di Venezia sembra un tema particolarmente difficile da chiudere per la politica italiana.
Dopo gli stop solo teorici e le soluzioni temporanee, dall’Unesco arriva una doccia fredda che si spera possa dare la spinta definitiva verso lo scioglimento di questo nodo. Se non si impedirà una volta per tutte l’accesso delle Grandi Navi nella laguna, Venezia potrebbe finire nella lista nera dei siti in pericolo. La Serenissima fa parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal 1986, ma a causa delle gigantesche navi che solcano la sua laguna il riconoscimento appare ora seriamente a rischio.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale aveva già chiesto dal 2012 di fermare il transito delle Grandi Navi e delle petroliere nella laguna di Venezia, ma i suoi appelli sono di fatto finiti nel vuoto. La speranza, ora, è che l’aut aut giunto di recente sia più efficace nello spingere all’azione il governo Draghi: il rischio è alto.
La città verrebbe depennata dalla lista del Patrimonio mondiale e iscritta in quella dei siti in pericolo, che al momento comprende circa cinquanta siti. In questo caso, come spiega l’ANSA, l’Italia dovrebbe concordare con l’agenzia delle Nazioni Unite un piano per uscire dall’emergenza con un cronoprogramma stabilito.
Serve dare subito una risposta al problema delle Grandi Navi, avvertono i tecnici dell’Unesco, trovando una «soluzione di lungo periodo» che dia la massima priorità all’ipotesi di «impedire totalmente» l’accesso alla laguna di Venezia e reindirizzare i giganti del mare verso «porti più adatti nell’area».
Non si è fatta attendere la reazione del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che all’ANSA ha confidato che «la decisione dell’Unesco era nell’aria da tempo».
L’agenzia dell’ONU prenderà una decisione a metà luglio, e se inserisse Venezia nella lista del patrimonio in pericolo «sarebbe cosa grave per il nostro Paese», ha detto Franceschini: «non c’è più tempo per esitare».
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