Atmosfera

Vulcano alle Canarie, l’anidride solforosa dell’eruzione del Cumbre Vieja viaggia verso l’Italia

Prosegue l’intensa eruzione del vulcano Cumbre Vieja nell’isola di La Palma alle Canarie. La lava continua a “mangiare” case e costruzioni: finora sono 185 gli edifici distrutti, di cui 63 abitazioni private. In tutto sono state evacuate circa 6 mila persone e si stimano danni per almeno 400 milioni.

L’eruzione del vulcano alle Canarie ha emesso in atmosfera una nube costituita da materiali solidi (piroclasti), ossia le ceneri, lapilli, e gas vulcanici composti da vapore acqueo, anidride carbonica, anidride solforosa, monossido di carbonio, composti di azoto, cloro e fluoro.

Da una proiezione dei modelli del CAMS, il Copernicus Atmosphere Monitoring Service, si può notare la “nube” di anidride solforosa in viaggio verso il Mediterraneo e l’Italia. Si tratta della quantità presente nell’intera colonna d’aria.

Anidride solforosa nell'intera colonna d'aria Giovedì 23. Fonte Windy.com
Anidride solforosa nell'intera colonna d'aria Venerdì 24. Fonte Windy.com
Anidride solforosa nell'intera colonna d'aria Sabato 25. Fonte Windy.com

L’anidride solforosa (SO2) è il secondo gas per quantità emesso durante le eruzioni dopo la CO2 e, a seconda delle eruzioni, può raggiungere quantità giornaliere che vanno dalle 20 tonnellate alle 10 milioni di tonnellate.

Gli effetti dell’anidride solforosa dipendono però, oltre che dalla quantità espulsa, dai venti e dalla quota raggiunta dal gas, che può raggiungere la troposfera (fino ai 13-18 km di quota) ma anche la stratosfera (fino ai fino a circa 50 chilometri).

La pericolosità di questo gas dipende dalla sua concentrazione ma anche dall’altitudine che raggiunge in seguito alle eruzioni vulcaniche. Se l’anidride solforosa si ferma alla troposfera, può provocare più danni agli esseri viventi: respirata in grandi quantità può portare ad una intossicazione e, legandosi con l’acqua, può generare  l’acido solforico, responsabile delle piogge acide. L’anidride solforosa (SO2) è un gas incolore con un odore pungente che irrita gli occhi e le vie respiratorie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato che l’essere umano non dovrebbe essere esposto agli effetti di questo gas per più di 0,5 parti per milione (ppm) nell’arco delle 24 ore. Se invece raggiunge la stratosfera, invece, i rischi diretti per gli esseri viventi sono inferiori, ma può contribuire alla demolizione dell’ozono, strato che filtra i raggi ultravioletti.

A livello del suolo il CAMS non prevede picchi preoccupanti: a Gibilterra si prevedono picchi vicino ai 55 microgrammi per metro cubo, a Marsiglia supererà i 20 μg/m3. La soglia limite per la salute umana nell’UE è 350 μg/m3. In Italia i livelli previsti sono anche più bassi: a Milano nei prossimi giorni potrebbe raggiungere picchi di 12 μg/m3, a Roma 6 μg/m3.

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Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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