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COP26, bisogna proteggere la Natura: c’è l’impegno di 45 Paesi

Sabato 6 novembre alla COP26, nel giorno dedicato alla Natura e allo sfruttamento del Suolo, 45 Paesi si impegnano con azioni urgenti e investimenti per proteggere la natura e per promuovere nuovi modalità più sostenibili di coltivare. Circa un quarto delle emissioni di gas serra deriva dall’agricoltura, dalla selvicoltura e da altri metodi di sfruttamento del suolo e, per questo motivo, è necessario intraprendere un cambiamento delle modalità con cui produciamo e consumiamo il cibo.

Verranno stanziati in tutto 19,2 miliardi di dollari,12 dei quali provenienti da fondi pubblici tra il 2021 e il 2025, e7,2 dei quali provenienti da investimenti privati.

Si tratta di un impegno significativo, anche e soprattutto considerando quali paesi lo hanno assunto: nell’elenco, infatti, ci sono Stati Uniti, Cina, Russia, Unione Europea, Regno Unito, ma soprattutto il Brasile, che ospita buona parte della foresta amazzonica, il Canada (foresta boreale) e la Repubblica Democratica del Congo (sede della seconda foresta pluviale più grande del mondo).

 

Al momento stiamo perdendo superficie forestale, stiamo danneggiando il suolo e distruggendo velocemente gli ecosistemi che hanno un ruolo importante nell’assorbimento di anidride carbonica e nel “raffreddamento” del Pianeta. Nel frattempo però, la vita degli agricoltori è diventata sempre più difficile a causa delle sfide che si trovano ad affrontare a causa della crisi climatica. Per questo motivo, trovare nuove pratiche più sostenibili, è sempre più cruciale.

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I Paesi quindi hanno deciso di impegnarsi nella trasformazione del settore dell’agricoltura e del sistema cibo attraverso riforme normative, ricerca e innovazione: l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni, proteggere la natura e, al contempo, assicurare la produzione di cibo e il mantenimento dei posti di lavoro. L’impegno si traduce in investimenti per 4 miliardi di dollari per l’innovazione agricola, che comprende anche lo sviluppo di colture più resistenti e nuove modalità per migliorare la salute del terreno.

Inoltre 28 Paesi tra i maggiori produttori e consumatori di olio di palma, soia, cacao, carne bovina e legname, hanno trovato un accordo per verificare che questi prodotti non arrivino da terreni deforestati.

Per raggiungere l’obiettivo, le Nazioni hanno deciso di seguire un “Piano d’azione” che guiderà i governi, gli agricoltori e altri soggetti a compiere questa transizione. Sedici Paesi lanceranno una “Agenda per l’azione normativa” e più di 160 stakeholder prenderanno parte alla “Agenda Globale per l’Innovazione nell’Agricoltura”.

Il Regno Unito dedicherà 500 milioni di sterline dei 3 miliardi dedicati alla Finanza Climatica internazionale, alla protezione di 5 milioni di ettari di foreste pluviali dalla deforestazione, alla creazione di migliaia di posti di lavoro tra Africa, Asia e America Latina e di 1 miliardo di sterline in investimenti privati per combattere contro i cambiamento climatico. Circa 100 aziende del Regno Unito si sono inoltre impegnate per fermare il declino della natura entro il 2030.

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Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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